Metà della foresta amazzonica rischia di sparire entro il 2050

L’Amazzonia, il polmone verde del pianeta, sta affrontando una crisi senza precedenti, con proiezioni allarmanti che suggeriscono che metà della foresta potrebbe scomparire entro il 2050. Questa possibile realtà non solo minaccia la biodiversità unica della regione ma anche le comunità indigene che dipendono dalla foresta per la loro sopravvivenza.

Meta della foresta amazzonica rischia di sparire entro il 2050
Foto@Pixabay

Una recente analisi ha evidenziato come l’Amazzonia stia avvicinandosi a un punto di non ritorno, con un aumento del 30% della deforestazione nell’ultimo anno, secondo i dati satellitari rilasciati dall’Istituto Nazionale di Ricerca Spaziale brasiliano (INPE). Questo aumento è stato particolarmente marcato dall’assunzione dell’ufficio del presidente Jair Bolsonaro, sotto il cui governo le politiche hanno favorito l’espansione dell’agrobusiness a scapito della foresta pluviale.

L’importanza dell’Amazzonia va ben oltre i suoi confini fisici; essa gioca un ruolo cruciale nella regolazione del clima globale attraverso l’immagazzinamento di carbonio e la produzione di precipitazioni che alimentano le regioni agricole del Sud America. La distruzione dell’Amazzonia avrebbe conseguenze catastrofiche non solo per la biodiversità ma anche per il clima globale, aumentando l’incidenza di eventi meteorologici estremi e influenzando le dinamiche climatiche a livello mondiale.

Un recente studio ha messo in luce come la crisi climatica e la deforestazione possano decimare la diversità degli alberi nell’Amazzonia, con circa 4.935 specie esaminate e un potenziale grande impatto sulle aree meridionali e orientali della foresta. Queste aree potrebbero sperimentare una conversione significativa da foresta pluviale a savana, segnalando un drammatico cambiamento nell’ecosistema che potrebbe essere irreversibile entro il 2050.

La ricerca sottolinea inoltre il ruolo cruciale delle comunità indigene nella conservazione delle foreste. Gruppi come i Munduruku hanno dimostrato di essere i migliori custodi della foresta, riuscendo a invertire piani governativi che avrebbero danneggiato significativamente il loro territorio e l’ambiente. Tuttavia, la mancanza di volontà politica e le politiche favorevoli allo sviluppo agroindustriale rappresentano ostacoli significativi alla protezione efficace dell’Amazzonia.

La situazione richiede un’azione urgente a livello globale, non solo per fermare la deforestazione ma anche per promuovere un’economia sostenibile che valorizzi la conservazione delle foreste. Progetti come l’Amazzonia 4.0 propongono modelli di sviluppo basati su una bioeconomia sostenibile che possono offrire alle comunità indigene e tradizionali nuovi strumenti per sfruttare le risorse della foresta in modo sostenibile, contribuendo così a proteggere questo ecosistema vitale per il futuro del pianeta.

In conclusione, l’Amazzonia è a un bivio critico, con la possibilità di perdere metà della sua foresta entro il 2050 se non si interviene subito. La deforestazione e il cambiamento climatico rappresentano minacce immediate che richiedono una risposta coordinata e globale, che include il sostegno alle comunità indigene, la promozione di pratiche agricole sostenibili e la protezione delle aree forestali rimanenti. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo sperare di preservare l’Amazzonia per le future generazioni​​​​.