Sai chi era il più grande uomo scimmia del pleistocene

Il Gigantopithecus blacki, un’enorme specie di scimmia estinta, è noto per essere stato il più grande primate mai esistito, dominando gli ambienti del Pleistocene. Il suo nome, che significa letteralmente “grande scimmia”, riflette l’impressionante statura di quest’animale, che si pensa potesse raggiungere altezze considerevoli.

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Scoperto per la prima volta nel 1935 dall’antropologo Ralph von Koenigswald, il Gigantopithecus blacki fu nominato in onore di Davidson Black, un paleoantropologo canadese specializzato nell’evoluzione umana. La scoperta avvenne in modo insolito: von Koenigswald trovò alcuni denti di dimensioni enormi in un negozio di farmaci a Hong Kong, dove venivano venduti come “ossa di drago” per la medicina tradizionale cinese. Questi reperti portarono alla scoperta che il Gigantopithecus blacki viveva in quello che oggi è il sud della Cina, con resti confermati trovati in 16 siti diversi nell’area.

La dieta del Gigantopithecus blacki era probabilmente erbivora, come suggerito dalla struttura dei suoi denti, simili a quelli degli oranghi, con una mandibola robusta adatta a masticare piante fibrose. Alcuni denti mostrano segni di carie, il che suggerisce che la dieta includeva anche frutta. Questo gigante delle foreste si cibava probabilmente di bambù, una pianta comune nella regione, e utilizzava la sua stazza per raggiungere rami alti e piegare piccoli alberi o cespugli per accedere al cibo.

Dal punto di vista riproduttivo, il Gigantopithecus blacki probabilmente seguiva un modello simile agli attuali grandi primati, con una bassa frequenza riproduttiva e un lungo periodo di crescita e sviluppo per i giovani. Tuttavia, non esistono dati precisi sulla durata della vita di questi animali o sull’età della maturità sessuale.

La relazione evolutiva del Gigantopithecus con gli altri primati è ancora oggetto di studio. Mentre alcuni aspetti della loro anatomia suggeriscono una stretta parentela con gli oranghi, la mancanza di evidenze di DNA rende difficile ricostruire con precisione il loro albero genealogico. Tuttavia, si pensa che abbiano condiviso antenati comuni con gli attuali grandi primati milioni di anni fa.

La scomparsa del Gigantopithecus blacki è stata collegata a cambiamenti ambientali avvenuti durante il Pleistocene. Analisi radiometriche suggeriscono che questi giganti si estinsero tra 295.000 e 215.000 anni fa, in un periodo caratterizzato da variazioni significative nell’ambiente. La loro estinzione potrebbe essere stata influenzata da un cambiamento nella disponibilità di cibo e dalla competizione con altre specie di primati più adattabili​​​​​​​​.