Disturbi e Segnali: Quando il Mondo del Lavoro Confonde le Patologie

Luglio 2023 – Un’indagine interna condotta dalla piattaforma di benessere mentale Serenis (https://www.serenis.it/) su un campione di oltre 3000 persone rivela che l’80% dei pazienti che iniziano un percorso di psicoterapia per problemi legati al mondo del lavoro non riceve una diagnosi correlata. Questo solleva la domanda: perché tendiamo a identificare il lavoro come la causa dei nostri malesseri? Quali sono i sintomi che possono confondere e portare ad una diagnosi errata?

Disturbi e Segnali Quando il Mondo del Lavoro Confonde le Patologie

Perché tendiamo a pensare che sia il lavoro la causa dei nostri malesseri?

Secondo Martina Migliore, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di Serenis, il posto di lavoro è dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, e le pressioni che affrontiamo possono agire come trigger per altre difficoltà psicologiche. La ricerca suggerisce che le donne costituiscono il gruppo più consistente tra coloro che presentano problemi legati al lavoro, con il 67% del campione, mentre la fascia di età tra i 25 e i 35 anni risulta essere la più compromessa.

Tuttavia, ci sono casi in cui il problema potrebbe non essere il lavoro in sé. Dall’analisi emerge che il 37% delle persone che si rivolgono a Serenis per problemi legati al lavoro soffre di disturbi di ansia, mentre altre condizioni come la mancanza di autostima, problemi relazionali e crisi esistenziali costituiscono una parte significativa.

Martina Migliore identifica cinque disturbi che possono essere erroneamente confusi con patologie legate al mondo del lavoro:

  1. Disturbi ossessivo-compulsivi
  2. Perfezionismo patologico
  3. Depressione
  4. Fobia sociale
  5. Disturbo da deficit di attenzione (ADHD)

Per distinguere correttamente tra patologie legate al lavoro e altre condizioni, è importante consultarsi con uno specialista. Alcuni campanelli d’allarme che indicano chiaramente problematiche lavorative sono le molestie e pressioni specifiche, oltre alla percezione oggettiva di un ambiente lavorativo malsano.

Come sottolinea Martina Migliore: “Spesso si tratta di gestione dell’ansia non efficace, di problematiche ossessive che aumentano il carico di lavoro in modo eccessivo e che fanno percepire una responsabilità abnorme rispetto alle reali mansioni, oppure di poca capacità di concentrazione e di impulsività non diagnosticate nell’infanzia che rendono molto difficile l’organizzazione del lavoro. Le problematiche relazionali e familiari hanno anche un carico importante: insomma è un po’ come se il lavoro fosse un calderone in cui bolle di tutto.”