Scienziati scoprono una valanga di onde gravitazionali

Un team internazionale di ricercatori ha appena annunciato la scoperta di non meno di 25 nuove onde gravitazionali, di cui tre originate da una stella di neutroni e da un buco nero.

Osservate per la prima volta nel 2015, le onde gravitazionali erano state previste nel 1905 dal francese Poincaré e confermate nella teoria della relatività generale di Albert Einstein.

Sono spesso il risultato di una collisione tra due colossi nello spazio, solitamente buchi neri, ma possono anche essere stelle di neutroni a seconda della situazione.

O una collisione mista tra un buco nero e una stella di neutroni. Quest’onda si propaga poi nello spazio-tempo, il modo migliore per immaginarla e immaginare un sasso che cade in una pozzanghera.

L’onda d’urto che si estende sulla superficie dell’acqua è una bella rappresentazione di cosa sia un’onda gravitazionale, sulla scala del Cosmo.

Con la differenza che questi ultimi sono invisibili ad occhio nudo, e che per trovarli sono necessari strumenti molto precisi e studiati appositamente per la loro ricerca.

È questa difficoltà di analisi che ha così ritardato la prima scoperta “diretta” di un’onda gravitazionale.

Ma dal 2015 e dall’istituzione dei tre principali osservatori sull’argomento, LIGO (negli Stati Uniti), VIRGO (in Italia) e KAGRA (in Giappone), le scoperte si sono moltiplicate e questa settimana è uno “tsunami” che ha invaso il mondo scientifico.

Sono state rilevate non meno di 35 nuove onde, portando il numero totale di scoperte a 90. Mentre la maggior parte di esse proveniva da fusioni di buchi neri di varie dimensioni, alcuni di questi disturbi nello spazio-tempo hanno attirato l’attenzione degli scienziati.

Questa scoperta rimane un importante passo avanti nel mondo della cosmologia, è infatti possibile per gli scienziati studiare molti casi di incontri tra stelle di neutroni e buchi neri, o semplicemente tra due buchi neri.

L’idea sarà ora quella di ripercorrere la storia di queste due star per scoprire quando e come sono nate. Una ricerca che si preannuncia lunga, ma che potrebbe dare risposte molto interessanti sull’origine dei buchi neri o sulla loro evoluzione nel corso della loro vita.

Ancora più interessante, questa scoperta di una quantità molto grande di onde gravitazionali dovrebbe consentire ai ricercatori di studiare questo fenomeno nel suo insieme e non come caso isolato.

Ci sono caratteristiche che vediamo in queste distribuzioni che non possiamo ancora spiegare, aprendo interessanti domande di ricerca da esplorare in futuro“, afferma Shanika Galaudage, ricercatrice presso la Monach University in Australia.

Fonte: OzGrav / Foto@Wikimedia