Il profumo dei fiori è cambiato con l’inquinamento atmosferico


L’inquinamento atmosferico sta cambiando il profumo dei fiori, influenzando significativamente gli insetti impollinatori, come le falene e le api, e potenzialmente alterando gli ecosistemi a livello globale. Questo fenomeno, dettagliato in recenti studi scientifici, evidenzia come le sostanze inquinanti, in particolare l’ozono (O3) e i radicali nitrati (NO3), reagiscano con i composti volatili emessi dai fiori, modificandone l’aroma e interferendo con la capacità degli insetti di localizzarli. Questi composti volatili sono cruciali per l’attrazione degli impollinatori, che si affidano al loro olfatto per trovare i fiori da cui raccolgono nettare e polline, essenziali sia per la loro alimentazione che per il processo di impollinazione delle piante.

Il profumo dei fiori cambiato con inquinamento atmosferico
Foto@Pixabay

Un esempio specifico di come l’inquinamento atmosferico influisca sui sistemi di impollinazione è stato osservato nel caso della falena del genere Hyles, che dimostra una minore propensione a visitare i fiori di Oenothera pallida, un fiore del deserto nordamericano, se il loro profumo è alterato dall’inquinamento. I ricercatori hanno scoperto che i radicali nitrati degradano in modo più completo i composti del profumo rispetto all’ozono, riducendo significativamente la frequenza di visita delle falene ai fiori manipolati per emettere un aroma degradato.

Questa diminuzione delle visite non solo incide sulla salute e sulla riproduzione delle falene stesse ma ha anche un impatto diretto sulla produttività delle piante. Ad esempio, è stato calcolato che la riduzione delle visite delle falene ai fiori può portare a una diminuzione del 28% nella produzione di frutti della pianta di Oenothera pallida. Inoltre, la distanza a cui le falene possono percepire i fiori è drasticamente ridotta, passando da circa 2 chilometri nell’era pre-industriale a soltanto poche centinaia di metri oggi, sottolineando il grave impatto dell’inquinamento atmosferico sulle interazioni pianta-impollinatore.

L’impatto dell’inquinamento atmosferico non si limita solo alle falene. Le api, ad esempio, risentono anch’esse della degradazione del profumo dei fiori causata dall’ozono, con conseguenze potenzialmente devastanti per la sicurezza alimentare e gli ecosistemi a causa del loro ruolo cruciale nella pollinazione di molte colture agricole e piante selvatiche.

Gli effetti dell’inquinamento atmosferico sul profumo dei fiori e sull’abilità degli insetti impollinatori di localizzarli richiedono una maggiore consapevolezza e azioni volte alla riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti. Le ricerche suggeriscono che affrontare questo problema non solo avrebbe benefici per la qualità dell’aria ma migliorerebbe anche il funzionamento degli ecosistemi e l’agricoltura, sottolineando l’importanza di passare a fonti energetiche che non comportino la combustione e la conseguente emissione di ossidi di azoto.

Questi studi evidenziano una crescente preoccupazione per la “polluzione sensoriale”, un tipo di inquinamento derivante dall’attività umana che può alterare o introdurre nuovi stimoli nell’ambiente, influenzando il comportamento della fauna selvatica. Oltre all’inquinamento dell’aria, altri esempi includono l’inquinamento acustico e luminoso, che possono disorientare un’ampia gamma di animali, dai migratori agli animali marini.