Corte Costituzionale, storica sentenza sul caso di Dj Fabo

La legge, nonostante un anno di attesa, non è stata fatta, ed allora è toccato alla Corte Costituzionale prendere in mano le redini della questione e depositare una sentenza subito definita storica: dopo giorni di udienza i giudici hanno sentenziato che non è sempre punibile di omicidio chi aiuta qualcuno a suicidarsi.

Naturalmente la sentenza è arrivata sul chiacchieratissimo caso che vede imputato Marco Cappato, dell’associazione Luca Coscioni, che rischiava fino a dodici anni di carcere per aver accompagnato Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, il quarantenne milanese tetraplegico, in Svizzera a morire come chiedeva da anni dopo essersi ritrovato imprigionato nel suo stesso corpo. 

La Corte costituzionale ha deciso, come fa sapere il suo ufficio stampa, che “non è punibile, ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche e psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.

Naturalmente però quello della corte non è un via libera all’emulazione, ed infatti  sottolinea come resti “indispensabile” l’intervento del legislatore, che già aveva sollecitato inutilmente l’anno scorso sospendendo per 11 mesi la sua decisione sulla costituzionalità dell’articolo 580 del codice penale, una norma introdotta 90 anni fa e che pone sullo stesso piano aiuto e istigazione al suicidio, con la reclusione sino a 12 anni.