Licenziato perchè trattava male i clienti, il tribunale lo fa riassumere

Una decisione giudiziaria del tribunale di Cremona ha ordinato la reintegrazione di un cassiere di banca, precedentemente licenziato per questioni disciplinari relative a cattive maniere nei confronti della clientela.

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Nonostante le evidenze video che mostravano il suo comportamento scorretto, il cassiere, con un passato lavorativo di 28 anni, è stato giudicato vittima di un ambiente di lavoro estremamente stressante che ha influenzato negativamente il suo operato e atteggiamento.

Il lavoratore, dopo aver espresso ripetute lamentele riguardo alle pressanti condizioni lavorative e all’atteggiamento sfavorevole dei clienti, attraverso comunicazioni dirette alla direzione, era stato estromesso dalla posizione nel marzo dell’anno precedente. Il caso è poi approdato in tribunale, dove il giudice ha valutato l’intera situazione, compresi i momenti di tensione registrati, riscontrando valide le ragioni del lavoratore.

Sebbene la corte abbia riconosciuto che il comportamento del cassiere avrebbe dovuto essere diverso e che le sue reazioni erano inopportune, ha altresì evidenziato che ciò non rappresentava un motivo sufficiente per giustificare il licenziamento. Inoltre, la decisione giudiziaria ha stabilito un significativo indennizzo per il cassiere, equivalente agli stipendi degli ultimi 16 mesi.

L’avvocato, che rappresentava il cassiere, ha enfatizzato la rilevanza di questa sentenza, sottolineando come per la prima volta un tribunale abbia riconosciuto che certe condotte biasimevoli da parte dei dipendenti possano trovare una giustificazione nel contesto di stress lavorativo generato da inefficienze organizzative.