Gli scienziati stanno per far rinascere i mammut

Negli ultimi anni, l’ambizione di riportare in vita specie estinte ha catturato l’immaginazione sia della comunità scientifica che del pubblico generale. Uno degli esempi più affascinanti e discussi è il progetto di de-estinzione del mammut lanoso, un’impresa che combina scienza avanzata, etica, e potenziali benefici ambientali in modi unici e complicati.

Gli scienziati stanno per far rinascere i mammut

Il mammut lanoso, scomparso dalla faccia della Terra oltre 10.000 anni fa, potrebbe presto fare il suo ritorno grazie agli sforzi di un gruppo di scienziati che utilizzano tecnologie di editing genetico come CRISPR. Questa tecnologia permette di modificare il DNA degli elefanti asiatici, i parenti viventi più vicini ai mammut, per conferire loro caratteristiche fisiche simili a quelle dei mammut, come una pelliccia più densa e uno strato di grasso più spesso per resistere al freddo estremo. La startup Colossal ha raccolto significativi finanziamenti con l’obiettivo di creare un ibrido elefante-mammut che possa sopravvivere nelle condizioni artiche​.

La motivazione dietro la resurrezione del mammut lanoso va oltre la semplice curiosità o il desiderio di compiere un’impresa scientifica senza precedenti. Gli scienziati sperano che reintroducendo grandi erbivori come il mammut nelle steppe siberiane, possa essere possibile rallentare o addirittura invertire alcuni degli effetti del riscaldamento globale. Gli animali, calpestando la neve e favorendo la crescita di erbe al posto di alberi e muschio, potrebbero aiutare a mantenere il permafrost siberiano congelato, impedendo così il rilascio di enormi quantità di carbonio nell’atmosfera​.

Tuttavia, la de-estinzione non è esente da sfide tecniche ed etiche significative. Per esempio, George Church e il suo team hanno pianificato di evitare l’uso di elefanti asiatici come surrogate per crescere gli embrioni di mammophant in un utero artificiale, affrontando così preoccupazioni legate al benessere animale. Nonostante l’entusiasmo, vi sono dubbi sulla fattibilità di tale tecnologia entro il prossimo decennio e preoccupazioni sul fatto che gli animali risultanti potrebbero non essere in grado di sopravvivere o adattarsi efficacemente nell’Artico senza l’apprendimento delle abilità di sopravvivenza da un branco​​.

Anche l’impatto ambientale della de-estinzione è oggetto di dibattito. Mentre l’obiettivo è quello di mitigare il cambiamento climatico attraverso il ripristino degli ecosistemi preistorici, alcuni scienziati e ambientalisti mettono in dubbio l’efficacia di tale approccio e suggeriscono che le risorse potrebbero essere meglio impiegate nella conservazione delle specie attualmente in pericolo​.

Inoltre, vi è la preoccupazione che il processo di de-estinzione possa distogliere l’attenzione e i fondi dalla protezione delle specie ancora esistenti, minando così il movimento per la conservazione della biodiversità. La possibilità di resuscitare specie estinte potrebbe infatti indurre il pubblico a percepire l’estinzione come un problema meno urgente, riducendo la pressione per comportamenti responsabili e azioni di conservazione efficaci​​.

In sintesi, il progetto di riportare in vita il mammut lanoso rappresenta un crocevia di sfide scientifiche, questioni etiche e potenziali benefici ambientali. Mentre gli sviluppi tecnologici rendono questo obiettivo sempre più raggiungibile, resta fondamentale procedere con cautela, valutando attentamente gli impatti e le implicazioni di tali interventi sul nostro pianeta e sui suoi abitanti.