Coronavirus, non è ancora il momento della fase discendente

Ci hanno ripetuto, fin dall’inizio di questa terribile epidemia, che una volta raggiunto il picco, finalmente avremo cominciato a vedere la luce in fondo al tunnel.

Ed invece, anche se nel corso di questa settimana pare che finalmente il picco sia stato raggiunto, la fase discendente è ancora ben lontana dall’iniziare.

E gòi esperti stanno quindi rivelando una realtà differente: i numeri dell’epidemia di Covid-19 in Italia ci descrivono un trend che si sta infatti sostanzialmente stabilizzando di giorno in giorno, con la conferma di un rallentamento dei nuovi casi, ma perché la curva epidemica segni l’attesa inversione di tendenza, ovvero inizi ad evidenziare una sostanziale diminuzione di contagi, secondo gli epidemiologi bisognerà attendere almeno 1-2 settimane ancora. 

Coronavirus non ancora il momento della fase discendente

Secondo il fisico Enzo Marinari, dell’Università Sapienza di Roma questa sarebbe “una lentezza che sembrerebbe suggerire che il fattore di trasmissibilità”, ossia il fattore R che indica il numero di persone che possono essere contagiate da chi ha l’infezione, “si sia abbassato molto vicino a 1, ma di questo non siamo davvero sicuri: è difficile andare verso la riapertura se non c’è situazione stabile”.

Il trend stabile nel rallentamento dei nuovi casi è un primo passo per l’epidemiologo dell’Università di Pisa Pierluigi Lopalco, ma “per una diminuzione sostanziale dei casi bisognerà aspettare almeno due settimane”. Per il momento, sottolinea, “al Centro-Sud c’è una crescita costante e non esponenziale dei contagi, ma ci sono tanti focolai che si accendono e che vanno spenti subito”.

Ricordiamo che nella giornata di ieri si sono registrati 2.339 contagiati nelle ultime 24 ore contro i 2.477 del giorno precedente, i decessi sono stati 766 in più in 24 ore contro l’aumento di 760 di giovedì.