Autismo, confermata la connessione con esposizione al DDT in gravidanza

L’autismo è un grave disturbo del neurosviluppo, che, nei soggetti che ne sono portatori, pregiudica le capacità di interazione e comunicazione sociale, induce comportamenti ripetitivi e limita drasticamente il campo degli interessi.

In alcuni soggetti i sintomi sono solo lievemente invalidanti, mentre in altri le disabilità sono più gravi.

Le cause del Disturbo Autistico non sono ancora chiari. Gli esperti, però, convengono che sia il risultato di diversi fattori, ambientali e genetici.

Diversi ricercatori hanno identificato una serie di geni associati all’autismo. Studi di soggetti con autismo hanno mostrato irregolarità in varie regioni del cervello.

Altri lavori fanno pensare che i soggetti con autismo abbiano livelli anomali di serotonina o di altri neurotrasmettitori nel cervello. Queste anomalie indicano che l’autismo in genere risulta dall’alterazione precoce del normale sviluppo cerebrale durante lo sviluppo fetale a causa di difetti dei geni che controllano la crescita cerebrale e che regolano le modalità di comunicazione tra neuroni.

In particolare, poi, molti ricercatori ritengono che tra le cause dell’Autismo vi siano anche i fattori ambientali.

Ad esempio, ora la scienza sembra essere arrivata a confermare una causa finora mai considerata: l’esposizione al DDT (insetticida adesso vietato), durante la gravidanza, incrementa il rischio di mettere al mondo un bambino autistico.

Per la prima volta, uno studio, che ha preso in analisi i dati di un milione di finlandesi, ha infatti dimostrato che c’è un legame tra l’insetticida e il rischio di sviluppare l’autismo.

Nello specifico, ad arrivare alla sorprendente conclusione sono stati i ricercatori della Columbia University’s Mailman School of Public Health and the Department of Psychiatry che sulla rivista American Journal of Psychiatry hanno pubblicato lo studio intitolato “Association of Maternal Insecticide Levels With Autism in Offspring From a National Birth Cohort”.

Gli scienziati hanno usato i dati delle donne che avevano partecipato tra il 1987 e il 2005 a uno studio finlandese che prevedeva di prelevare campioni di sangue durante la gravidanza. Tra queste, oltre un milione, sono state isolate 778 mamme i cui figli avevano avuto una diagnosi di autismo, e ne sono state scelte altrettante con caratteristiche simili ma figli senza la condizione.

Dall’analisi accurata di tutti i dati è venuto fuori che il rischio di autismo con disabilità intellettuale è doppio per le donne con valori più alti di residui di Ddt, mentre in generale quello di autismo aumenta di un terzo. Nessuna associazione è stata trovata invece per i Pcb, un’altra sostanza inquinante comune.

Al momento, i ricercatori non si spiegano esattamente come il DDT riesca ad influenzare lo sviluppo dell’autismo ma già è un passo fondamentale aver scoperto l’esistenza del suddetto legame.

Ricordiamo che il DDT è il capostipite di tutti gli insetticidi.

Grazie alla sua attività insetticida, nel 1939 il suo scopritore fu insignito del premio Nobel. Il DDT venne impiegato soprattutto nel dopoguerra e nel 1972 venne messo al bando per la sua probabile pericolosità.

Tuttavia, anche dopo essere stato messo al bando, questo organoclorurato venne impiegato in numerosi paesi per lottare contro la propagazione di malattie molto pericolose per l’uomo, come la malaria.