In un laboratorio dell’Università della Columbia Britannica (UBC), un gruppo di scienziati ha compiuto progressi significativi nella biotecnologia riproduttiva, segnando un punto di svolta nel trattamento dell’infertilità maschile. Guidati dal professore assistente di urologia, il Dr. Ryan Flannigan, questi ricercatori hanno sviluppato una tecnica per stampare in 3D cellule testicolari umane, aprendo nuove prospettive per la produzione di spermatozoi in laboratorio. Questa innovazione potrebbe rappresentare una svolta per le coppie che affrontano forme di infertilità maschile attualmente senza soluzione, offrendo nuove speranze di trattamento.
L’infertilità colpisce circa il 15% delle coppie a livello globale, e in almeno metà dei casi, la causa è attribuibile a fattori maschili. La forma più grave di infertilità maschile, nota come azoospermia non ostruttiva (NOA), si verifica quando non vengono trovati spermatozoi nell’eiaculato a causa di una produzione ridotta o assente all’interno delle strutture testicolari chiamate tubuli seminiferi. Attualmente, per alcuni pazienti affetti da NOA, l’unica opzione è un intervento chirurgico volto a trovare spermatozoi estremamente rari, procedura che però ha successo solo nel 50% dei casi.
Il lavoro del Dr. Flannigan e del suo team mira a superare questa barriera. Utilizzando cellule staminali raccolte tramite biopsia dai testicoli di un paziente con NOA, gli scienziati sono stati in grado di coltivarle e stamparle in 3D su una piastra di Petri, creando una struttura tubulare cava che imita i tubuli seminiferi. Dopo dodici giorni dalla stampa, le cellule non solo sono sopravvissute ma hanno anche iniziato a differenziarsi in cellule specializzate coinvolte nella produzione di spermatozoi, mostrando segni promettenti di capacità di generare spermatozoi.
Questo progresso rappresenta una pietra miliare significativa nella ricerca sull’infertilità maschile. Se le cellule stampate in 3D riusciranno a produrre spermatozoi, questi potranno potenzialmente essere utilizzati per fecondare un ovulo tramite fecondazione in vitro, offrendo così una nuova opzione di trattamento per le coppie infertili. Inoltre, il programma di ricerca del Dr. Flannigan sta approfondendo le cause genetiche e molecolari dell’NOA attraverso tecniche di sequenziamento di singole cellule, aprendo la strada a trattamenti personalizzati e di precisione basati sulle specificità di ogni paziente.
Il successo di questo studio non solo accende una nuova luce sulla lotta contro l’infertilità maschile ma sottolinea anche l’importanza della medicina personalizzata e delle tecnologie innovative, come la stampa 3D, nel trattare condizioni precedentemente considerate incurabili. Sebbene ci sia ancora molta strada da fare prima che queste tecniche possano essere applicate clinicamente su vasta scala, i risultati ottenuti finora offrono speranza a molte coppie che desiderano avere figli.