La fibriomialgia diventa malattia invalidante

La fibromialgia è una condizione che, negli ultimi anni, ha catturato sempre più l’attenzione delle istituzioni sanitarie e legislative italiane, a seguito del crescente riconoscimento delle sue implicazioni sulla vita dei pazienti e sul loro status lavorativo e sociale. Questa sindrome, che colpisce prevalentemente le donne tra i 20 e i 50 anni, si manifesta con un dolore muscolare diffuso, affaticamento, disturbi del sonno, e difficoltà cognitive come problemi di memoria e concentrazione, incidendo profondamente sulla qualità della vita degli individui affetti​​​​.

La fibriomialgia diventa malattia invalidante
Foto@Pixabay

Nonostante la fibromialgia sia riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fin dal 1992, il percorso verso il riconoscimento come malattia invalidante in Italia è stato complesso, a causa delle difficoltà diagnostiche legate all’assenza di biomarker specifici e di esami strumentali o di laboratorio chiari. Molti pazienti impiegano anni prima di ricevere una diagnosi accurata, contribuendo al loro disagio e emarginazione sociale​​.

La situazione lavorativa dei pazienti affetti da fibromialgia è particolarmente critica, con una percentuale significativa (tra il 35 e il 50%) che non riesce a mantenere un’occupazione regolare a causa dei sintomi. Questa condizione incide non solo economicamente ma anche sull’autostima dei pazienti, alimentando un circolo vizioso di dolore, isolamento e difficoltà finanziarie​​.

Recentemente, l’Italia ha compiuto passi importanti verso il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante. Diverse regioni italiane, tra cui le province autonome di Bolzano e Trento, l’Abruzzo, la Basilicata, il Friuli Venezia Giulia, le Marche, la Sardegna, la Val d’Aosta, e la Regione Veneto, hanno adottato regolamenti specifici, riconoscendo il diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria per i pazienti affetti. Questi sviluppi regionali hanno creato un mosaico di tutele, evidenziando l’urgenza di un intervento legislativo nazionale per uniformare i diritti e le tutele dei pazienti su tutto il territorio nazionale​​.

Al Parlamento è stato presentato un disegno di legge che mira a riconoscere la fibromialgia come malattia cronica e invalidante, garantendo ai pazienti diritti quali l’esenzione dalla spesa sanitaria per le prestazioni necessarie al monitoraggio e alla prevenzione degli aggravamenti della malattia, l’accesso a terapie multidisciplinari a lungo termine, e la creazione di centri di ricerca specializzati. Inoltre, una volta entrata in vigore la legge, sarà necessario un decreto ministeriale per definire i criteri oggettivi di identificazione dei sintomi e delle condizioni cliniche che danno diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria​​​​.

Il riconoscimento ufficiale della fibromialgia come malattia invalidante rappresenterebbe un importante traguardo per migliaia di pazienti in Italia, offrendo loro non solo un sollievo economico ma anche un riconoscimento sociale e medico della loro condizione. Ciò consentirebbe un miglioramento significativo nella diagnosi, nel trattamento e nel supporto dei pazienti, contribuendo a migliorare la loro qualità della vita e a ridurre l’impatto della sindrome sulla loro capacità lavorativa e sul benessere psicologico.