Ma se sono in naspi posso lavorare a chiamata?

Antonio Capobianco

Il Conflitto tra NASPI e Lavoro a Chiamata

La NASPI, indennità di disoccupazione in Italia, offre un supporto finanziario a chi ha perso il lavoro in modo involontario. Ma cosa succede se si ha l’opportunità di lavorare a chiamata mentre si percepisce la NASPI?

Ma se sono in naspi posso lavorare a chiamata
Foto@Pixabay

La Compatibilità tra NASPI e Contratto a Chiamata

Limite di Reddito e Comunicazione con l’INPS Il lavoratore a chiamata può mantenere la NASPI a patto che il reddito annuo non superi gli 8.000 euro lordi. È fondamentale comunicare tempestivamente all’INPS l’inizio di tale attività lavorativa. La NASPI verrà calcolata in base ai giorni non lavorati e ridotta proporzionalmente in caso di superamento della soglia di reddito.

Tipologie di Contratto e Impatto sulla NASPI

Contratti a Tempo Determinato e Indeterminato Se il contratto a chiamata è a tempo determinato e il salario è inferiore all’indennità NASPI, si potrebbe avere diritto a un importo parziale della NASPI. Per contratti a tempo indeterminato, invece, l’indennità di disoccupazione viene sospesa, indipendentemente dall’importo del reddito.

Lavoro Autonomo e NASPI Per le attività autonome, la NASPI è compatibile con redditi fino a 4.800 euro annui. La comunicazione del reddito previsto all’INPS è necessaria entro un mese dall’inizio dell’attività o dalla domanda di NASPI.

Procedure e Documentazione

Comunicazione all’INPS La comunicazione all’INPS può avvenire tramite call center o direttamente online attraverso il sito dell’INPS. Questo permette un aggiornamento tempestivo della propria situazione lavorativa e una corretta gestione della NASPI.


Conclusione: Una Strategia Equilibrata La possibilità di lavorare a chiamata pur ricevendo la NASPI rappresenta un’opportunità per chi cerca una via di ritorno al mondo del lavoro. Tuttavia, è essenziale rispettare i limiti di reddito e seguire le procedure richieste per non perdere i benefici della NASPI.

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