Sedentarietà, in Italia 88mila decessi in un anno

Il problema della sedentarietà in Italia è molto serio: 88mila decessi in un anno

Il vero concetto alla base della salute, negli ultimi anni, è molto chiaro. Prevenzione, e non solamente per quello che riguarda le malattie più gravi, come il cancro.

La prevenzione è un sistema che dovrebbe essere adottato da tutti, come momento importante per la vita di una persona.

Con la scusa che la moderna diagnostica ha fatto passi da gigante e che, male che vada, abbiamo le medicine, in verità abbiamo trascurato molto l’aspetto “salutistico” dell’esistenza.

Vale a dire uno stile di vita sano, dinamico, corretto. E questo stile di vita tiene conto di alcune cose fondamentali, come ad esempio dei controlli periodici che dovremmo fare tutti, specialmente dopo una certa età.

Purtroppo in molti è invalsa ancora la credenza che certe malattie, tutto sommato, possono essere contratte solo dagli altri. Non è così, e chi la pensa così spesso sbaglia e ne paga le conseguenze. Bisogna adottare un comportamento attivo, che passa fondamentalmente, controlli periodici e screening a parte, attraverso l’alimentazione e il movimento.

Per quanto riguarda la prima, è sempre consigliabile uno stile alimentare sobrio, con qualche strappo, ma non troppo frequente. Evitare grassi in eccesso, cibi fritti e troppo elaborati, è una regola da rispettare sempre. Cercando di orientarci, inoltre, verso diete estremamente benefiche, come quella “Mediterranea”.

I cibi a disposizione di noi Italiani, ci consentono di alimentarci in maniera corretta senza particolari sforzi.

Stiamo parlando ovviamente di verdure, frutta di stagione, pesce, pane, pasta; il tutto nelle giuste quantità e senza abusare dei condimenti.

L’altro aspetto da considerare nella prevenzione delle malattie, è quello che riguarda l’attività fisica. Se ci si muove, si fa sport, anche a livello non agonistico ma seriamente e in maniera costante, diminuisce esponenzialmente la possibilità di contrarre malattie, anche gravi.

E pure se si contraggono malattie di una certa gravità, queste senza dubbio si affrontano meglio con un fisico generalmente in forma, possibilmente snello, e avendo cura di non essere sedentari.

Il problema vero è proprio questo: la sedentarietà. La sedentarietà causa circa il 15% di tutti i decessi in Italia, vale a dire quasi novantamila casi l’anno. Un dato importante. Il dato è stato tratto dal Rapporto Istisan.

E se ciò non bastasse, le stesse statistiche ci dicono che chi non fa attività fisica è responsabile di costi diretti sanitari che sfiorano 1,6 miliardi di euro per quelle patologie più legate alla sedentarietà, cioè a dire il tumore della mammella e del colon-retto, il diabete di tipo 2 e la coronaropatia.

Di contro, si stima che un aumento dell’attività fisica e l’adozione di uno stile di vita salutare, comporterebbero un risparmio di quasi due miliardi e mezzo di spese per prestazioni specialistiche e diagnostiche ambulatoriali, nonché trattamenti ospedalieri e farmaci vari. Sono numeri importanti, a ben vedere.

Purtroppo, in base alle risultanze del rapporto Istisan, si verifica che solo un Italiano su due tra gli adulti raggiunge livelli raccomandati di attività fisica. Inoltre, solo il 25% dei bambini spende solo un giorno a settimana per i giochi di movimento.

Questa, tra l’altro, è una delle ragioni per la quale in Italia abbiamo percentualmente i bimbi più obesi d’Europa.

Risulta inoltre che solo un Italiano su tre pratica sport nel tempo libero. A tal proposito Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS (Istituto Superiore Sanità), riferisce:

La promozione dell’attività fisica è sicuramente importante a livello del singolo, ma anche e soprattutto in una visione societaria con il coinvolgimento di diversi settori (educazione, trasporti, ambiente, politiche fiscali, media, industria, autorità locali), affinché l’attività fisica possa diventare direttamente integrata nella quotidianità di ognuno e affinché il singolo individuo possa farsi promotore della propria salute adottando uno stile di vita attivo“.