Anemone: Il Ritorno di Daniel Day-Lewis in un Dramma Famigliare Intenso

Il Ritorno di Daniel Day-Lewis nel Dramma

L’esordio alla regia di Ronan Day-Lewis, Anemone, non è solo un film; è un’immersione profonda nelle ferite non cicatrizzate del passato. Il titolo, metafora della pianta che si chiude all’avvicinarsi della tempesta, anticipa la tensione emotiva di una storia che porta sullo schermo il dissidio irrisolto tra due fratelli e, soprattutto, segna il ritorno attesissimo di Daniel Day-Lewis dopo Il filo nascosto (2017). Un’opera cupa, a tratti assurda, ma di un’intensità rara, che esplora l’isolamento emotivo e le conseguenze a lungo termine della violenza sul nucleo famigliare.

Il Ritorno di Daniel Day-Lewis nel Dramma
Bryan Berlin, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

L’Eremita e la Tempesta: Analisi del Rapporto Fraterno Stoker

Al centro della narrazione si trova il rapporto logoro tra Ray Stoker (Daniel Day-Lewis) e Jem Stoker (Sean Bean), due ex soldati segnati dal servizio nei Troubles vent’anni prima. Ray vive da eremita in una foresta remota, circondato solo dalla solitudine e da strani congegni elettronici, un’esistenza che è chiaramente una fuga dall’imbottigliamento emotivo e dal trauma. La sua pace apparente viene interrotta dall’arrivo di Jem, che, al contrario, ha trovato una parvenza di normalità. Jem ha sposato Nessa (Samantha Morton), ex di Ray, ed è diventato il padre del figlio biologico di Ray, Brian (Samuel Bottomley). Questo triangolo famigliare carico di risentimento e questioni irrisolte è il motore narrativo dell’opera.

La forza della pellicola risiede nella sua audacia nel raccontare i primi incontri tra i fratelli quasi senza dialoghi, affidandosi interamente alla potenza evocativa degli sguardi e dei gesti. La chimica tra Day-Lewis e Bean è palpabile, rivelando in modo perspicace quei legami fraterni strani, spesso silenziosi, che resistono al tempo e alla distanza. Man mano che la storia procede, Jem, con la sua religiosità più pacata, convince Ray ad abbattere, seppur lentamente, i muri che ha eretto. Il film approfondisce temi universali e scottanti: l’impatto distruttivo dei padri sui figli, i limiti della fede come unica via di salvezza e l’ineluttabile verità che la violenza non genera altro che violenza. Questa esplorazione tematica rende Anemone non solo un dramma famigliare, ma anche una riflessione socio-politica sul trauma post-bellico.

Il Trionfo dell’Interpretazione: Daniel Day-Lewis e la Poetica Visiva

Non si può discutere di Anemone senza celebrare la performance di Daniel Day-Lewis. Con un look che richiama l’iconico “Bill The Butcher” (capelli grigi corti, tatuaggi e baffi imponenti), Ray Stoker è un personaggio magnetico che oscilla tra il chiassoso e il vergognoso, il prepotente e il piccolo. L’attore domina lo schermo, specialmente nelle scene di monologo. La sua performance regala alla storia momenti indimenticabili, come la lunga e inaspettata storia scatologica che coinvolge un prete, Guinness, curry e lassativo. Questo monologo non è solo divertente e terrificante, ma si posiziona immediatamente nella Hall of Fame dei Monologhi di Day-Lewis, dimostrando che l’attore ha ancora la capacità di sorprendere con un umorismo ‘di pancia’ che è il marchio di fabbrica di alcuni dei suoi ruoli più intensi. Il film raggiunge il suo massimo impatto emotivo e drammatico quando l’attenzione è focalizzata sulla psiche contorta e sull’instabilità emotiva di Ray.

Dal punto di vista della regia, Ronan Day-Lewis dimostra un occhio cinematografico non banale. Sebbene si possa notare una tendenza al “troppo discorsivo” o teatrale in alcune scene, il regista evita con intelligenza la banalità e la retorica da salotto. La pellicola sfoggia una poesia visiva notevole, attraverso l’uso evocativo del rallentatore in scene di ballo e combattimento (sorprendentemente simili nella loro energia cinetica) e immagini sorprendenti: si pensi alla splendida carrellata attraverso una fiera di campagna. A ciò si aggiunge un tocco di follia lynchiana che disorienta lo spettatore, includendo elementi surreali come una grandinata anomala, un pesce gigante e una spettrale creatura cammello. Questi elementi onirici e bizzarri non fanno che sottolineare la natura turbolenta e instabile della realtà percepita da Ray.

In Breve

Anemone è un debutto coraggioso e intenso che si regge sulla maestria di Daniel Day-Lewis e sulla solida interpretazione di Sean Bean. Il film offre una riflessione cruda sul trauma, la famiglia e l’isolamento, lasciando allo spettatore il compito di ricomporre i pezzi di un puzzle emotivo complesso. Consigliato a chi apprezza il dramma psicologico e le storie che sfidano le convenzioni narrative.

Per chi volesse approfondire il tema del trauma post-bellico e il suo impatto sulle dinamiche familiari, si consiglia la lettura degli studi sulla resilienza e il PTSD sul sito del National Center for PTSD degli Stati Uniti o gli articoli di analisi cinematografica di testate autorevoli come Sight & Sound.

FAQ (Domande Frequenti)

Chi è il regista di Anemone e quale attore famoso è nel cast? Il film Anemone segna l’esordio alla regia di Ronan Day-Lewis. Il cast vanta la presenza di suo padre, il leggendario Daniel Day-Lewis, al suo primo ruolo dopo Il filo nascosto (2017). L’opera è stata co-scritta e co-interpretata anche da Day-Lewis senior, affiancato da Sean Bean e Samantha Morton.

Quali sono i temi principali esplorati nel film? Anemone esplora il profondo trauma post-bellico e l’isolamento emotivo attraverso il rapporto incrinato tra i fratelli Ray e Jem Stoker. Si concentra inoltre sull’impatto della violenza e del passato sui legami familiari, in particolare sui figli, e affronta i limiti della fede e della solitudine.

La performance di Daniel Day-Lewis è all’altezza delle aspettative? Sì, la performance di Day-Lewis nei panni dell’eremita Ray Stoker è stata definita magnetica e intensa. L’attore è a suo agio nei monologhi drammatici, regalando alla pellicola momenti di grande impatto emotivo, inclusi inattesi lampi di umorismo nero che sorprendono e affascinano lo spettatore.

Il film è consigliato solo agli amanti del dramma? Sebbene sia prevalentemente un dramma psicologico e familiare, il film include anche elementi di poesia visiva e un tocco di follia lynchiana con scene surreali. È consigliato a chi apprezza un cinema autoriale, intenso e che non teme di esplorare le complessità della psiche umana e il trauma.

By Antonio Capobianco

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