I 90 anni di Dario Fo, un grande della letteratura italiana.
L’artista ha festeggiato i suoi novanta anni in maniera sobria, come suo costume, in famiglia, senza clamore.
Al teatro Studio Melato di Milano c’erano parenti, amici, ma poche autorità e forse ancor meno gente famosa.
Il tutto in linea col carattere di Dario, con quello che vuole e ha sempre voluto. Non c’era nemmeno il sindaco Pisapia, trattenuto da altri impegni.
A festeggiare il premio Nobel, fra le persone più conosciute, solo Stefano Benni, Claudio Bisio, Ferruccio Soleri, e forse qualcun altro.
Per il resto, men che ordinaria amministrazione. Dario Fo, per celebrare l’occasione in maniera irrituale, come suo solito, non recita ma canta.
Canta con l’orchestra di ragazzini degli Archi storti di Reggio Emilia. E canta con Enrico Intra, con Sergio Farina. Sergio Escobar, il padrone di casa, definisce Fo un ragazzo non addomesticabile.
Poi la gran chiusura con la Banda degli Ottoni, la stessa che scese da un autobus davanti al teatro Carcano dove stava recitando Franca Rame proprio la sera della notizia del Nobel.
Anche allora nessuna autorità, niente di speciale. Di speciale soltanto Dario Fo.

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