L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando radicalmente il mondo della progettazione farmaceutica, rendendo più rapidi, economici ed efficaci i processi di sviluppo dei farmaci. A confermarlo è il Prof. Dr. Abdulilah Ece, docente presso il Dipartimento di Biochimica Medica dell’Università di Biruni, che evidenzia come l’uso di software avanzati consenta oggi di analizzare virtualmente milioni di molecole prima ancora della loro sintesi.
Riduzione dei costi e aumento del tasso di successo
Progettare un farmaco richiede anni di lavoro e può costare fino a 3 miliardi di dollari, secondo dati riportati anche dalla Tufts Center for the Study of Drug Development. L’impiego di IA consente però di abbattere significativamente questi costi: in ambiente “in silico”, ovvero tramite simulazioni digitali, è possibile identificare rapidamente i candidati farmaci più promettenti.
Il professor Ece riferisce, ad esempio, di aver esaminato oltre 150 milioni di composti contro l’Alzheimer, selezionandone 15 con potenziale terapeutico. Un risultato che sarebbe stato impensabile con i soli metodi tradizionali.
Più sicurezza e meno impatto ambientale
L’intelligenza artificiale non solo accelera la scoperta di nuovi principi attivi, ma contribuisce anche a migliorarne la sicurezza. Analizzando in anticipo le interazioni tra molecole e proteine indesiderate, è possibile minimizzare gli effetti collaterali. Inoltre, una maggiore precisione nella progettazione significa anche meno sprechi chimici e un minore impatto sull’ambiente.
Secondo uno studio pubblicato su Nature Reviews Drug Discovery, l’approccio computazionale migliora notevolmente la sostenibilità dell’intera pipeline farmaceutica (Nature).
Il ruolo crescente dell’IA nella medicina
L’intelligenza artificiale applicata alla medicina non è una novità, ma sta ora vivendo un’evoluzione senza precedenti grazie ai progressi nell’hardware e alla disponibilità di big data. Tuttavia, come sottolinea Ece, il successo dipende dalla qualità dei dati e dalla competenza scientifica di chi utilizza questi strumenti.
Il gruppo ECE Research, fondato dallo stesso professore presso l’Università di Biruni, lavora in laboratori altamente attrezzati grazie alla collaborazione con alcune tra le principali aziende software mondiali.
Collaborazione internazionale e formazione
Il professor Ece ha portato la sua esperienza anche all’estero, tenendo lezioni presso il prestigioso Trinity College di Dublino e presentazioni alla British Biochemistry Association. Tuttavia, avverte che il numero di specialisti formati nel settore dell’IA applicata ai farmaci resta ancora insufficiente, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Un futuro basato sull’integrazione interdisciplinare
La progettazione di farmaci richiede la sinergia tra biologia, chimica, medicina e informatica. In molti contesti, barriere burocratiche e culturali ostacolano questa cooperazione. Secondo Ece, solo superando tali ostacoli sarà possibile arrivare a sviluppare farmaci completamente nazionali, anche in paesi emergenti.
Fonti autorevoli citate:
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