Conto deposito vincolato, libero e svincolabile: quali sono le differenze e quale scegliere?

Antonio Capobianco

Il conto deposito è un particolare prodotto bancario la cui finalità principale è il risparmio; può quindi essere considerata una forma di investimento. Non deve essere confuso con il conto corrente, un’altra tipologia di conto bancario particolarmente utile e flessibile, praticamente indispensabile per gestire il denaro e le transazioni finanziarie quotidiane, ma che ha una finalità di servizio, tant’è gli interessi attivi riconosciuti sui conti correnti sono pressoché nulli.

Conto deposito vincolato libero e svincolabile quali sono le differenze e quale scegliere
Foto@Pixabay

Il conto deposito invece si caratterizza proprio perché garantisce al cliente un certo rendimento che può essere più o meno elevato a seconda delle specifiche caratteristiche del prodotto; i fattori principali che incidono sul rendimento sono ovviamente il tasso di interesse e l’ammontare della somma depositata.

I conti deposito possono essere distinti in base a determinate loro caratteristiche; è per esempio possibile aprire un conto deposito libero, vincolato oppure svincolabile come il conto deposito di Credem, un prodotto con tasso garantito a scadenza che prevede l’accredito sul conto corrente degli interessi maturati, oltre che del capitale (in sostanza si ha a che fare con un conto corrente che prevede un “sottoconto” con somme vincolate).

Vista l’esistenza di diverse forme, analizziamone le principali differenze.

Conto deposito libero, vincolato e svincolabile: in cosa si distinguono

In primis va specificato che i conti deposito, per loro natura, prevedono soltanto operazioni di versamento e prelevamento; chi necessità di altre funzionalità deve considerare eventualmente l’apertura di un conto corrente.

  • Il conto deposito libero è un prodotto finanziario che garantisce un determinato rendimento e che, come si può intuire dalla denominazione, consente di accedere senza alcun vincolo di sorta alla somma di denaro in esso depositata. È quindi un prodotto che si caratterizza per una certa flessibilità, ma ovviamente il suo rendimento è inferiore a quello di un conto vincolato.
  • Il conto deposito vincolato si differenzia dal precedente per il fatto che la somma depositata non può essere movimentata fino a quando non viene a cessare il vincolo previsto dal contratto; questo vincolo è di tipo temporale; vale a dire che per contratto si prevede un periodo di deposito più o meno lungo durante il quale non è possibile accedere alle somme. È quindi uno strumento meno flessibile del precedente, ma questa minore flessibilità viene ricompensata con un tasso attivo più elevato.
    La durata del vincolo può essere più o meno lunga: 3, 6, 12, 24, 36 mesi ecc., dipende dalle varie proposte bancarie. Di norma, più lungo è il vincolo, più elevato è il tasso attivo.
  • Altra forma di conto deposito è quello svincolabile; in questo caso il cliente ha la facoltà di svincolare le somme depositate pagando una penale più o meno consistente prevista per contratto. Possiamo considerarlo come una sorta di via di mezzo tra un conto libero e un vincolato puro. 

Quale conto deposito scegliere?

Non esiste una risposta giusta in assoluto a questa domanda. Ognuno deve valutare le proprie personali esigenze e decidere di conseguenza, ovvero se optare per una forma meno redditizia, ma più flessibile (conto deposito libero) o per forme meno flessibili, ma che garantiscono rendimenti maggiori (conti vincolati e svincolabili).

Quello che si può invece suggerire con certezza è che la banca aderisca al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi,che per legge assicura per determinati prodotti un risarcimento fino a 100.000 euro.

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