Il conto deposito è un particolare prodotto bancario la cui finalità principale è il risparmio; può quindi essere considerata una forma di investimento. Non deve essere confuso con il conto corrente, un’altra tipologia di conto bancario particolarmente utile e flessibile, praticamente indispensabile per gestire il denaro e le transazioni finanziarie quotidiane, ma che ha una finalità di servizio, tant’è gli interessi attivi riconosciuti sui conti correnti sono pressoché nulli.
Il conto deposito invece si caratterizza proprio perché garantisce al cliente un certo rendimento che può essere più o meno elevato a seconda delle specifiche caratteristiche del prodotto; i fattori principali che incidono sul rendimento sono ovviamente il tasso di interesse e l’ammontare della somma depositata.
I conti deposito possono essere distinti in base a determinate loro caratteristiche; è per esempio possibile aprire un conto deposito libero, vincolato oppure svincolabile come il conto deposito di Credem, un prodotto con tasso garantito a scadenza che prevede l’accredito sul conto corrente degli interessi maturati, oltre che del capitale (in sostanza si ha a che fare con un conto corrente che prevede un “sottoconto” con somme vincolate).
Vista l’esistenza di diverse forme, analizziamone le principali differenze.
Conto deposito libero, vincolato e svincolabile: in cosa si distinguono
In primis va specificato che i conti deposito, per loro natura, prevedono soltanto operazioni di versamento e prelevamento; chi necessità di altre funzionalità deve considerare eventualmente l’apertura di un conto corrente.
- Il conto deposito libero è un prodotto finanziario che garantisce un determinato rendimento e che, come si può intuire dalla denominazione, consente di accedere senza alcun vincolo di sorta alla somma di denaro in esso depositata. È quindi un prodotto che si caratterizza per una certa flessibilità, ma ovviamente il suo rendimento è inferiore a quello di un conto vincolato.
- Il conto deposito vincolato si differenzia dal precedente per il fatto che la somma depositata non può essere movimentata fino a quando non viene a cessare il vincolo previsto dal contratto; questo vincolo è di tipo temporale; vale a dire che per contratto si prevede un periodo di deposito più o meno lungo durante il quale non è possibile accedere alle somme. È quindi uno strumento meno flessibile del precedente, ma questa minore flessibilità viene ricompensata con un tasso attivo più elevato.
La durata del vincolo può essere più o meno lunga: 3, 6, 12, 24, 36 mesi ecc., dipende dalle varie proposte bancarie. Di norma, più lungo è il vincolo, più elevato è il tasso attivo. - Altra forma di conto deposito è quello svincolabile; in questo caso il cliente ha la facoltà di svincolare le somme depositate pagando una penale più o meno consistente prevista per contratto. Possiamo considerarlo come una sorta di via di mezzo tra un conto libero e un vincolato puro.
Quale conto deposito scegliere?
Non esiste una risposta giusta in assoluto a questa domanda. Ognuno deve valutare le proprie personali esigenze e decidere di conseguenza, ovvero se optare per una forma meno redditizia, ma più flessibile (conto deposito libero) o per forme meno flessibili, ma che garantiscono rendimenti maggiori (conti vincolati e svincolabili).
Quello che si può invece suggerire con certezza è che la banca aderisca al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi,che per legge assicura per determinati prodotti un risarcimento fino a 100.000 euro.