Geopolitica del Mediterraneo: i nuovi equilibri nel 2025

Antonio Capobianco

Nel 2025, il Mediterraneo continua a essere uno degli scacchieri strategici più delicati e dinamici a livello globale. Tra tensioni energetiche, migrazioni, nuove alleanze e competizione tra potenze globali, l’area mediterranea rappresenta una zona cruciale per la sicurezza europea, lo sviluppo economico africano e le ambizioni geopolitiche di attori globali come Cina, Russia e Stati Uniti.

Geopolitica del Mediterraneo i nuovi equilibri nel 2025

Mediterraneo centrale e meridionale: il ritorno dell’Africa al centro della scena

L’Africa settentrionale, in particolare Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, si conferma protagonista di una nuova stagione diplomatica. La stabilizzazione della Libia — ancora fragile ma in miglioramento — ha permesso alla UE di riattivare parte delle rotte commerciali e di energia fonte: Istituto Affari Internazionali (IAI).

Il Mediterraneo meridionale diventa inoltre un ponte strategico per il gas naturale: l’Algeria si conferma fornitore chiave dell’Italia e dell’Europa dopo il conflitto russo-ucraino, mentre si rafforzano i corridoi energetici con l’Egitto e Israele grazie al progetto EastMed fonte: European Commission – Energy Projects.

Turchia: baricentro tra Asia, Europa e Medio Oriente

La Turchia di Erdoğan, sempre più assertiva, gioca un ruolo di potenza regionale indipendente. Dopo aver consolidato la propria presenza militare in Libia e in Siria, Ankara continua a espandere la propria influenza nel Mediterraneo orientale. I contrasti con Grecia e Cipro sulle zone economiche esclusive (ZEE) restano un punto caldo.

Nel 2025, la Turchia sta anche rafforzando il dialogo con l’Africa e con i Paesi arabi, riducendo la propria dipendenza dagli equilibri NATO e mirando a un ruolo autonomo come “potenza ponte” fonte: Carnegie Europe.

Russia e Cina: nuove strategie di influenza

Nonostante le difficoltà economiche dovute alle sanzioni occidentali, la Russia mantiene basi navali strategiche nel Mediterraneo, in particolare a Tartus (Siria), rafforzando la sua presenza militare e diplomatica nella regione.

Parallelamente, la Cina prosegue con il suo progetto “Belt and Road Initiative” attraverso investimenti nei porti strategici come Il Pireo (Grecia), Trieste (Italia) e Tangeri (Marocco). L’obiettivo è evidente: garantire l’accesso commerciale e logistico al cuore dell’Europa fonte: Council on Foreign Relations.

L’Unione Europea e l’Italia: tra sicurezza e diplomazia

L’UE punta a rafforzare la propria presenza nel Mediterraneo per contenere la pressione migratoria, rafforzare le rotte energetiche e contenere le influenze di Mosca e Pechino. La strategia include investimenti in cooperazione con l’Unione Africana e il rilancio del “Partenariato Sud” fonte: EEAS – European External Action Service.

L’Italia, in particolare, svolge un ruolo di mediatore regionale. Roma ha intensificato gli accordi bilaterali con Libia, Tunisia e Algeria in materia di migrazione, energia e sicurezza. Il premier ha recentemente proposto una “nuova strategia mediterranea” come strumento di dialogo multilaterale tra Nord e Sud del Mare Nostrum.


Conclusione: equilibrio precario, ma centrale

Nel 2025, la geopolitica del Mediterraneo resta estremamente fluida. È una regione dove si intersecano commercio, energia, migrazioni e rivalità globali. La sua importanza strategica richiede politiche coerenti, dialogo multilaterale e cooperazione pragmatica tra i principali attori regionali e internazionali.

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