Il Buco Nero al Centro della Via Lattea: il mostro ripreso dal VLT

Il Buco Nero al Centro della Via Lattea: il mostro ripreso dal Very Large Telescope (VLT) dell’Osservatorio Europeo Australe (ESO).

L’universo è molto, immensamente più grande di quanto pensiamo. Il fatto è che raramente pensiamo all’universo, assorti come siamo nella quotidianità.

Questo non va bene, non fosse altro perché non siamo altro che un pezzo di cosmo, che potrebbe essere materia viva, come lo siamo noi; in fondo siamo fatti degli stessi elementi che costituiscono le stelle, e non solo le stelle.

Se solo pensiamo al fatto che nella nostra galassia, la Via Lattea, ci sono miliardi di stelle, e che nell’universo, a sua volta, esistono miliardi di galassie, ci rendiamo conto di quanto siamo piccoli.

Eppure siamo piccoli e grandi al contempo; non c’è frattura fra noi e il resto. Siamo parte di un organo, di una creatura di dimensioni smisurate dentro la quale esistono, e insistono, bellezze inenarrabili e mostri, luci e buio assoluto.

Fra le bellezze c’è la fulgida immagine di una Luna in cielo. Sempre vigile, sorella della perfezione; c’è un pianeta luminoso con i suoi satelliti; c’è una galassia a spirale con le sue contorsioni di luce; c’è una cometa dalla coda lunghissima che sembra toccarci; c’è uno sciame di meteore che riempie il cielo di colori fantastici.

Ma ci sono anche eventi, situazioni, condizioni estreme e terribili a pensarci. Come l’esplosione di una Supernova in una lontana galassia: un’esplosione talmente potente da riuscire a offuscare quasi completamente la luce dell’intera galassia.

Nemmeno la nostra immaginazione arriva a pensare quanto possa essere immane un tale evento. E meno male che molto, ma molto, raramente succede “dalle nostre parti”.

Poi ci sono, fra i cosiddetti mostri del cielo (ma si fa per dire) quelli chiamati “buchi neri“. Questi possono essere anche molto vicini a noi (stiamo parlando ovviamente sempre di distanze però enormi, raffrontate a quelle sulla Terra).

I buchi neri possono variare per massa e raggiungere anche dimensioni considerevoli. Il buco nero è con tutta probabilità lo stadio finale di una categoria di stelle supermassicce che, una volta esplosi gli stati gassosi esterni, comincia a collassare sul proprio nucleo.

Fino a diventare sempre più densa e piccola, con la gravitazione che schiaccia il residuo della stella su se stessa, sempre più.

Alla fine del processo, si forma questo piccolo grande mostro, il buco nero, dove la forza gravitazionale è talmente forte che tende ad attrarre su di sé tutto ciò che gli sta intorno ad una certa distanza, fagocitandolo e creando una serie di eventi estremi, al limite delle nostre conoscenze fisiche.

Nel buco nero la gravitazione è talmente forte che non ne esce nemmeno la luce. Per questo si chiama buco nero.

E proprio perché è nero, non lo si può vedere con telescopi o altri strumenti ordinari. Lo si osserva in maniera indiretta; se ne vedono e misurano gli effetti sugli oggetti circostanti, si fanno rilevazioni e supposizioni.

Proprio al centro della nostra Via Lattea con tutta probabilità c’è un buco nero di notevoli dimensioni.

Una dettagliata e spettacolare ripresa è stata fatta da poco per mezzo dello strumento Gravity, accoppiato al Very Large Telescope dell’ESO, sulle Ande cilene.

L’immagine ripresa mostra dei brillamenti causati da gas incandescente che precipita verso il buco nero. Lo studio è stato appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Astronomy and Astrophysics.

Per ottenere le immagini si sono dovuti utilizzare in maniera sincrona ben quattro telescopi del VLT.

Reinhard Genzel, dell’ESO, in proposito ha detto: L’immagine è un’ulteriore conferma della presenza del buco nero supermassiccio, chiamato Sagittarius A, al centro della nostra galassia.

Grazie alla straordinaria sensibilità dello strumento Gravity, siamo riusciti a immortalare in tempo reale la materia in orbita attorno al buco nero.
Gli studi proseguono, e sono previste nei prossimi mesi immagini ancor più dettagliate e spettacolari.