Negli ultimi anni, il controllo di Internet da parte dei giganti tecnologici è diventato una preoccupazione crescente, con implicazioni significative per la democrazia, la libertà di espressione e la concorrenza economica.
Martin Andree, esperto di media, mette in luce come, in pochi anni, piattaforme digitali statunitensi come Amazon, Google e Facebook hanno assunto il controllo di Internet, stabilendo monopoli impenetrabili e manipolando il traffico web e i ricavi per trarre profitti sostanziali. Andree descrive questo fenomeno come un “acquisizione ostile” di Internet, sfruttando le lacune normative e inducendo in errore le istituzioni statali.
La concentrazione dell’attività online in pochi siti web è un’altra preoccupazione. La ricerca di Andree mostra che la maggior parte del traffico Internet è concentrata in pochi siti web, che rappresentano il 70% del traffico, mentre il resto dello spazio digitale somiglia a un “vasto cimitero”. Inoltre, la publicità tende a concentrarsi dove si trovano il pubblico e gli acquirenti, portando a un’ulteriore concentrazione di ricchezza e potere nelle mani dei giganti della tecnologia. Questo ha permesso loro di acquisire concorrenti e ampliare ulteriormente il loro dominio.
I giganti della tecnologia influenzano anche l’economia, con sempre più vendite e transazioni che avvengono sulle loro piattaforme. Andree sottolinea che la conoscenza delle preferenze dei clienti, derivante dai dati utente, può essere sfruttata per produrre prodotti personalizzati, scavalcando i produttori tradizionali, come nel caso di Amazon con la sua linea di prodotti “Amazon Basics”.
Al di là di queste preoccupazioni economiche, la crescente concentrazione del potere nelle mani delle corporazioni Internet presenta rischi inequivocabili per la democrazia e l’economia. Tuttavia, Andree rimane ottimista sul fatto che la concentrazione di potere delle corporazioni Internet possa essere smantellata e propone un piano basato su 15 principi fondamentali per “liberare Internet”, includendo l’applicazione di standard aperti e la concessione ai fornitori di contenuti della libertà di collegarsi direttamente ai loro siti web.
Parallelamente, un rapporto di Freedom House evidenzia come la libertà su Internet sia ai minimi storici, con un numero record di paesi che bloccano siti web per motivi politici, sociali e religiosi e arrestano persone per espressioni online. Il rapporto sottolinea anche l’uso crescente dell’IA generativa da parte dei governi per manipolare le conversazioni e censurare automaticamente i contenuti online.
Per affrontare queste sfide, si raccomanda una maggiore trasparenza intorno ai modelli di IA, una maggiore cautela nell’uso dell’IA per la scansione e il filtro dei contenuti e lo sviluppo di modi migliori per etichettare i contenuti generati dall’IA, specialmente in relazione alle elezioni.