Che i dati sarebbero stati pessimi non era certo un mistero, ma forse così drammatici no: ad aprile il fatturato dell’industria è letteralmente sprofondato.
Ad aprile fatturato e ordinativi hanno infatti registrare, rispetto all’anno precedente, –46,9% e -49%. Tessile e abbigliamento, in particolare, hanno visto il fatturato crollare del 78,5% e i mezzi di trasporto hanno segnato -73,5%. Rispetto a marzo il calo per il fatturato è del 29,4 % e per gli ordinativi del 32,2%.
Lo comunica l’Istat, che parla dei peggiori risultati per entrambe le serie storiche – che partono dal 2000 – segnalando come nella media degli ultimi tre mesi la riduzione è del 23,9% e del 27,7%, rispettivamente.
Su base annua il calo è assai limitato per il solo settore farmaceutico (+1,5%) e ha un’ampiezza relativamente meno marcata per il comparto alimentare. In tutti gli altri casi – spiega l’Istat – si registrano diminuzioni superiori al 25%, arrivando, nei settori più colpiti, a flessioni di oltre il 70% per l’indice di fatturato e di oltre il 60% per quello degli ordinativi.
“Fatturato e ordini si sono praticamente dimezzati rispetto allo stesso periodo del 2019, a dimostrazione dello tsunami che si è abbattuto sull’economia italiana a causa del coronavirus – spiega il Presidente Carlo Rienzi – Destano preoccupazione i numeri sui beni di consumo, che per i durevoli segnano un calo record del -80,4%, ma in generale tutti gli indici sono estremamente negativi”.
“Si tratta di crolli per l’industria senza precedenti, addirittura peggiori dei dati registrati a seguito della crisi economica del 2008, che dimostrano l’esigenza di misure urgenti e realmente efficaci per far ripartire il settore e salvare migliaia di posti di lavoro seriamente a rischio” – conclude Rienzi.