Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, prevede che la Germania dovrà affrontare l’inflazione più alta degli ultimi 70 anni.

La scorsa settimana, la Banca centrale europea (BCE) ha deciso di aumentare i tassi di interesse più alti della sua storia.
Il tasso di interesse principale nell’area dell’euro è salito di 0,75 punti percentuali all’1,25%. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha commentato la decisione della Bce sull’emittente radiofonica Deutschlandfunk. “È stato un passaggio importante e corretto“, ha valutato Nagel in un’intervista all’emittente.
La Germania ai massimi storici dell’inflazione
Secondo il capo della Bundesbank, la Germania dovrà affrontare l’inflazione più alta degli ultimi 70 anni. I suoi calcoli mostrano che a dicembre potrebbe superare il 10 per cento.
L’anno prossimo questo rapporto sarebbe intorno al 6%, che secondo Nagel sarebbe comunque troppo alto, quindi il Consiglio direttivo della BCE dovrà alzare nuovamente i tassi di interesse.
“Purtroppo anche il presidente della Bundesbank non ha la sfera di cristallo, sarebbe bello se ce l’avesse, quindi sono cauto con le previsioni. Ma nel 2023 è improbabile che le sfide scompaiano, sfortunatamente“. ha affermato Nagel.
Attualmente, l’inflazione in Germania è del 7,9%, un risultato relativamente buono rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea (Lettonia, Lituania ed Estonia stanno lottando con un’inflazione superiore al 20%).
Il capo della Bundesbank sottolinea che l’inflazione è trainata dall’aumento dei costi alimentari ed energetici, nonostante le azioni del governo abbiano compensato gli aumenti. Gli aiuti governativi, osserva Nagel, scadranno presto e gli aumenti dei prezzi accelereranno ancora di più.
Nel frattempo, un sondaggio dell’istituto di ricerca sull’opinione pubblica Ipsos pubblicato una settimana fa mostra che l’inflazione è attualmente la più grande preoccupazione per i tedeschi.
Secondo i dati forniti dal sito dw.com, il 44 per cento degli intervistati considera l’aumento dei prezzi il problema maggiore.
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