Premio Nobel per la medicina 2018 a Honjo e Allison

A Honjo e Allison è andato il Premio Nobel per la medicina 2018

C’è qualcuno che veglia su di noi? Che ci segue anche se non lo vediamo? Che esiste e sta proprio su questa Terra, questo piccolo, infinitesimale Pianeta che galleggia nell’universo?

Probabilmente sì, e c’è più di uno che veglia su di noi. Queste persone, che lavorano spesso in condizioni non buone, che ancor più spesso sono sottopagate, che nella nostra Italia spesso vengono addirittura quasi messe da parte, non sono eroi, non ne hanno le caratteristiche né la qualifica. Sono solo uomini e donne che spendono la loro vita per noi, per il progresso, per la scienza, per farci star meglio.

Si chiamano scienziati. Sono studiosi a tutto tondo, che combattono quotidianamente la loro battaglia laica contro la superficialità, l’incompetenza, l’ignoranza, l’oscurantismo, il ritorno al medioevo. Sono quelli che credono alla razionalità e alla ragione, e per questo sono umani. Sono quelli che non credono ai complotti internazionali e alle scie cliniche; quelli che sanno che sulla Luna ci siamo andati davvero e che la tragedia delle Twin Towers non è invenzione della grande finanza internazionale.

Si chiamano scienziati. E quando questi scienziati riescono a incidere profondamente nella lotta contro il cancro, a fornire, più che speranze, realtà effettuali, ecco che tutti noi, nessuno escluso, deve portare loro rispetto e onore. Perché sono coloro che ci agevolano l’esistenza, che ci fanno vivere di più e meglio, che in fondo ci fanno credere ancora nel futuro. Sono i degni eredi del metodo sperimentale, quello che Galileo Galilei fondò con successo circa 400 anni fa.

Il Premio Nobel per la Medicina 2018 è andato James Allison e Tasuku Honjo per le terapie anticancro basate sull’immunoterapia. Finora le terapie anticancro si basavano quasi esclusivamente su tre tipi di intervento: la chirurgia, la radioterapia e i farmaci. L’immunoterapia era a livello sperimentale, ma adesso, grazie a questi signori, sta cambiando profondamente qualcosa.

Il Professor Marco Pierotti, immunologo e docente di oncologia all’Università degli studi di Milano, intervistato da Scienze, così commenta questa bella novità, foriera di importanti sviluppi:

Anche se la scoperta fatta dai professori James Allison e Tasuku Honjo non significa la sconfitta dei tumori, è comunque un premio Nobel meritato perché la loro è una scoperta cruciale e soprattutto in pochissimi anni ha avuto una ricaduta medica che è quello che cercano di ottenere coloro che poi vincono questo premio”.

Nella motivazione ufficiale per l’assegnazione del premio ai due scienziati, si legge che hanno “scoperto un principio completamente innovativo per le terapie anticancro”. 

Pierotti prosegue:

Si sono trovate delle cellule di globuli bianchi le quali hanno una immunità che nasce proprio come risposta ai tumori. Questo Nobel non è stato dato come si legge in giro perché sono state trovate due proteine che accendono il sistema immunitario, è vero il contrario”.

“Rispetto alla possibilità del sistema immune di attaccare una cellula tumorale queste ultime esprimono due proteine che bloccano il sistema immunologico. Il tumore cioè evadeva l’immunosorveglianza ricoprendosi di queste sostanze. La grande scoperta di Allison e Tasuku è stata definire queste sostanze e produrre anticorpi monoclonali terapeutici che iniettati nel corpo del paziente neutralizzano queste proteine e il sistema immunitario comincia a partire e uccidere le cellule tumorali”.

“Come prospettiva io vedo bene di utilizzarla in combinazione con altri approcci. Il cancro è elusivo, cambia pelle continuamente, una sola terapia non basta, magari la cura va associata alla chemio magari anche alla radio. Il premio Nobel è comunque molto meritato perché si tratta di una scoperta cruciale e, in pochissimi anni, ha avuto una ricaduta medica, che è il risultato che ci si aspetta sempre in questi casi. E loro ci sono riusciti”.