La sua foto ha fatto il giro del web, nel nostro paese ma non solo: Selene Ticchi è diventata “famosa” per essere la militante di Forza Nuova che il 28 ottobre del 2018 a Predappio, in occasione della manifestazione in ricordo della marcia su Roma, ha indossato una t-shirt nera con la stampa “Auschwitzland“.
Una maglietta in cui paragonava un campo di concentramento a un parco gioco, e a coronamento un sorriso ostentato e soddisfatto, subito definito “negazionista”, perché chiaramente rivolto a sminuire la drammatica storia e persecuzione di un intero popolo.
Subito scoppiò un caso anche politico, che è finito dritto in tribunale: il pm Francesca Rago ha quindi riconosciuto in quella maglietta una “manifestazione esteriore di intolleranza razziale in quanto raffigurante il campo di sterminio di Auschwitz, simbolo universale del genocidio degli ebrei”.
Il Tribunale di Forlì quindi «ha condannato Selene Ticchi a quattro mesi di reclusione commutati in 9.000 euro di multa più 50», e dunque «ha dato ragione all’Anpi», Associazione nazionale partigiani italiani, che nel processo si è dichiarata parte lesa.

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