A chi rivolgersi se non si viene pagati

Non essere pagati per il proprio lavoro ovviamente non crea solo problemi sotto l’aspetto finanziario, ma può portare anche a forti periodi di stress. Fortunatamente, l’ordinamento italiano offre diversi strumenti di tutela per i lavoratori che si trovano in questa situazione.

A chi rivolgersi se non si viene pagati
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Primi passi e comunicazione con il datore di lavoro Il primo passo da compiere, in caso di mancato pagamento dello stipendio, è tentare una soluzione amichevole chiedendo direttamente al datore di lavoro le ragioni del ritardo o della mancata erogazione del pagamento e sollecitando un adempimento. Questo può essere fatto attraverso una comunicazione informale, ma se non sortisce effetto, è consigliabile inviare un sollecito formale attraverso una lettera di diffida ad adempiere, redatta da un avvocato. Questo documento ha lo scopo di intimare formalmente il datore di lavoro a regolarizzare la situazione e può servire anche come prova di una richiesta formale in un eventuale procedimento legale​​.

Ricorso agli strumenti legali Se il datore di lavoro non risponde o non regolarizza la situazione, il passo successivo può includere azioni legali più strutturate. Un’opzione è quella di rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro che può effettuare un’ispezione e, se necessario, intervenire con un atto di diffida nei confronti del datore di lavoro​​.

Procedura di decreto ingiuntivo Un’altra opzione è avviare una procedura per ottenere un decreto ingiuntivo, un provvedimento legale che obbliga il datore di lavoro a pagare ciò che è dovuto. Il lavoratore, tramite un avvocato, può presentare un ricorso al Tribunale competente, allegando le prove del credito, come le buste paga non pagate. Questo tipo di procedura è generalmente rapida e meno costosa rispetto ad un processo​​.

In caso di insolvenza del datore di lavoro Qualora il datore di lavoro si dichiari insolvente, i lavoratori possono rivolgersi al Fondo di Garanzia INPS, che copre le retribuzioni non pagate fino a un certo limite, incluso il trattamento di fine rapporto (TFR) non corrisposto, fino a tre mensilità arretrate​​.

Dimissioni per giusta causa In situazioni estreme, dove il mancato pagamento persiste e compromette significativamente la condizione del lavoratore, quest’ultimo può considerare le dimissioni per giusta causa. Questa opzione libera il lavoratore dall’obbligo di preavviso e può essere giustificata dal grave inadempimento del datore di lavoro rispetto agli obblighi contrattuali​​.

In conclusione, è fondamentale che i lavoratori conoscano i loro diritti e le procedure da seguire per garantire che questi siano rispettati. In caso di difficoltà, è sempre consigliabile cercare il supporto di un legale specializzato in diritto del lavoro che possa offrire una guida specifica e personalizzata alle circostanze del singolo caso.