Dispositivi di protezione individuali: cosa sono e da quali rischi proteggono

Si indicano con l’acronimo DPI e sono tutti quegli indumenti professionali e quelle protezioni che il lavoratore deve indossare nella sua giornata lavorativa, in modo da diminuire la possibilità di infortunio o danno, causato dalla pratica quotidiana della sua professione. Esistono numerosi tipi di dispositivi di protezione individuali e abbigliamento professionale, diversificati a seconda del compito per cui li si deve utilizzare e della parte del corpo che proteggono.

La legislazione in merito

I DPI sono soggetti ad una normativa europea, che ne definisce lo scopo, le caratteristiche peculiarità, la conformità alle norme. Tali norme indicano sia le tipologie di DPI che è opportuno indossare in particolari situazioni, sia le categorie degli stessi, che si diversificano a seconda del tipo di rischio in cui si può incorrere nel corso di una normale giornata lavorativa. Esistono quindi dispositivi di 3 diverse categorie di rischio, a partire da quella più lieve, prima categoria, fino alla terza categoria che comprende i dispositivi di protezione individuale più complessi, che sono necessari nel caso in cui l’utilizzatore debba essere protetto in situazioni nelle quali sussiste il rischio di morte o lesioni di una certa importanza. Indossare i DPI corretti, evidenziati a seconda della professione che si svolge, è obbligatorio per legge, così come è obbligatorio scegliere i dispositivi all’interno della gamma che riporta il marchio CE di conformità alle vigenti norme di legge.

Diverse professioni, diversi DPI

Come abbiamo visto questi dispositivi si suddividono in 3 grandi categorie. Possiamo suddividerli anche a seconda della parte del corpo che proteggono. Tra i DPI sono infatti compresi: i guanti protettivi, le scarpe antinfortunistiche, gli occhiali protettivi; le cuffie e i tappi per orecchie, i caschi di sicurezza, i kit anticaduta, le maschere per proteggere le vie aeree; fanno parte dei DPI anche dei capi di abbigliamento particolari, come ad esempio tute da lavoro o gli indumenti ad alta visibilità che aumentano la visibilità di chi li indossa (giubotti o gilet catarifrangenti). Ci sono poi particolari DPI che spesso vengono prodotti specificatamente per il singolo operatore, è questo il caso dei paramaniche, degli inserti per orecchie, delle ghette o delle ginocchiere. L’individuazione di tutti i DPI da indossare a seconda della professione che si svolge dipende dalle norme sulla sicurezza e deve essere effettuata dal datore di lavoro. Costui ha l’obbligo anche di indicare ai propri dipendenti quali DPI indossare, insegnare loro come utilizzarli e fornire i dispositivi necessari alla prassi lavorativa. Il datore di lavoro si deve preoccupare anche di formare adeguatamente i propri dipendenti all’utilizzo di specifici dispositivi, soprattutto quelli che appartengono alla terza categoria e quelli che proteggono l’udito.

I rischi in ambito lavorativo

Chi svolge un lavoro di tipo sedentario, seduto alla scrivania di un ufficio, può non comprendere quali siano i rischi in cui si può incorrere nel corso di una giornata lavorativa. Sono invece moltissime le professioni nello svolgimento delle quali si mettono in pericolo diverse parti del nostro corpo. Generalmente ogni professione nel corso della quale si può venire in contatto con particolari sostanze chimiche, in cui si svolgono lavori pesanti o si pratica in luoghi pericolosi, necessita di indossare particolari DPI. A partire dai classici guanti, che visto che possono comprendere i guanti in nitrile che isolano la cute delle mani da sostanze pericolose, fino ai guanti protettivi antitaglio o ignifughi. Allo stesso modo potremmo elencare decine di DPI anche per altre parti del corpo, dalla testa ai piedi.

Guanti, come anche altri tipi di DPI e abbigliamento di protezione, sono utilizzati dall’infermiera come dal muratore o dal giardiniere. Basta leggere questi tre esempi di professioni per capire che il panorama dei dispositivi individuali di protezione è molto ampio e varia dall’abbigliamento professionale per il settore sanitario a quello dell’industria pesante o leggera, dal laboratorio alla ristorazione, ecc.