Gay al rogo per Giovanni De Paoli della Lega che ora è indagato per diffamazione.
Il consigliere della Regione Liguria è accusato di aver pronunciato la frase: “Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno”, durante una riunione ufficiale di una commissione consiliare.
La difesa, improbabile, del De Paoli, è questa: dice di aver pronunciato la frase se avessi un figlio omosessuale, non lo brucerei nel forno. Bontà sua. Come se una considerazione del genere potesse fare onore a qualcuno.
Il leghista ha detto peraltro di non aver più intenzione di chiedere scusa, dopo l’esposto presentato dal comitato per gli immigrati.
Per parte sua, il Presidente della Regione Liguria Toti, difende De Paoli, affermando: “Se la magistratura scoprirà qualcosa su De Paoli, sono pronto a prenderne atto. Siccome però vige ancora in questo Paese la presunzione d’innocenza, continuo a rimanere sulle mie posizioni che ho già illustrato in aula”.
“Indagato non significa colpevole, credo sia soltanto un atto dovuto in presenza di un esposto, mi auguro che venga istruita un’indagine accurata anche a tutela del consigliere De Paoli. Rimane però qualche perplessità, che un alterco verbale a margine di una commissione consiliare si trasformi in un’inchiesta”.