Secondo un nuovo studio neuroscientifico pubblicato sulla rivista PNAS, il cervello umano subisce un’accelerazione del processo di invecchiamento intorno ai 44 anni, raggiungendo il suo picco di declino a circa 67 anni. Tuttavia, una possibile soluzione per rallentare questo processo potrebbe arrivare da un’inaspettata fonte di energia: i chetoni.

Lo studio: cosa succede al cervello dopo i 40 anni
Utilizzando scansioni cerebrali di oltre 19.000 persone, tra i 18 e i 90 anni, i ricercatori hanno esaminato il modo in cui le diverse aree del cervello comunicano tra loro. I dati provenivano da due tecniche chiave: la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l’elettroencefalogramma (EEG).
I risultati sono stati sorprendenti: a partire dai 44 anni, le reti neurali iniziano a perdere coerenza e connettività, segnali che gli scienziati considerano marcatori dell’invecchiamento cerebrale. Questo deterioramento delle connessioni risulta massimo intorno ai 67 anni, per poi stabilizzarsi intorno ai 90.
Il ruolo della resistenza all’insulina nel cervello che invecchia
Una delle scoperte più interessanti riguarda il legame tra resistenza all’insulina e invecchiamento cerebrale. Il cervello, in particolare alcune aree, sembra dipendere fortemente dal glucosio per funzionare in modo ottimale. Tuttavia, quando le cellule diventano resistenti all’insulina, il glucosio fatica a entrare nel cervello.
Il risultato? Un declino cognitivo accelerato, che può presentarsi anche in soggetti non diabetici. Secondo gli esperti, circa l’88% degli adulti nordamericani mostra almeno un segno di resistenza all’insulina — un dato che potrebbe spiegare perché i cambiamenti cerebrali si manifestano già in età relativamente giovane.
Chetoni: una fonte alternativa di energia per il cervello
I chetoni sono molecole prodotte naturalmente dal corpo in condizioni di digiuno o ridotto apporto di carboidrati. Agiscono come fonte di carburante alternativa al glucosio, soprattutto per il cervello. Alcune aree cerebrali, infatti, sembrano invecchiare più lentamente quando riescono a utilizzare i chetoni come energia.
Da qui nasce l’ipotesi: gli integratori chetonici possono rallentare l’invecchiamento del cervello?
Il test: chetoni contro glucosio
Per rispondere a questa domanda, il team ha condotto un esperimento su 101 volontari, tra i 20 e i 79 anni. Dopo un digiuno notturno (per esaurire le riserve di glucosio), ai partecipanti è stata somministrata una bevanda ricca di chetoni o, in alternativa, una bevanda zuccherata con lo stesso apporto calorico. Dopo 30 minuti, sono state eseguite nuove scansioni fMRI per analizzare l’attività cerebrale.
I risultati? La bevanda chetonica ha migliorato significativamente la connettività cerebrale, mentre quella zuccherata non ha avuto alcun effetto. L’impatto positivo è stato particolarmente evidente nei soggetti tra i 40 e i 59 anni, dove i miglioramenti erano oltre l’80% superiori rispetto a quelli osservati nei più giovani.
Limitazioni dello studio e considerazioni future
Va precisato che lo studio ha valutato solo effetti immediati e transitori dopo una singola dose. Non sono stati eseguiti test cognitivi né follow-up a lungo termine, quindi è presto per affermare che gli integratori chetonici abbiano effetti duraturi sulla salute cognitiva.
Inoltre, come sottolineato dalla neuroscienziata Lilianne Mujica-Parodi, autrice principale dello studio, il modo migliore per proteggere il cervello rimane la prevenzione: ridurre il rischio di resistenza all’insulina attraverso una dieta bilanciata e uno stile di vita attivo.
Dieta chetogenica vs. integratori: quale scegliere?
Secondo il dottor Luis Adrian Soto-Mota, esperto di metabolismo, il corpo può produrre naturalmente chetoni quando i livelli di glucosio sono bassi, come accade nella dieta chetogenica. Tuttavia, mantenere una dieta cheto nel lungo periodo può comportare rischi e limitazioni, mentre gli integratori di chetoni potrebbero offrire un’alternativa più flessibile, soprattutto in soggetti con metabolismo compromesso.
Cosa ci insegna questo studio sull’invecchiamento cerebrale
- Il cervello inizia a invecchiare più rapidamente dai 44 anni
- Le connessioni neurali si deteriorano a causa della resistenza all’insulina
- I chetoni possono temporaneamente migliorare l’attività cerebrale
- Gli integratori chetonici mostrano potenziale, ma servono più studi a lungo termine
- La prevenzione metabolica tramite una dieta equilibrata resta la strategia più efficace