Integratori alimentari spesso ingannevoli, ecco perchè

Secondo un sondaggio di Fraud Prevention, il 60% dei più venduti di integratori alimentari nei mercati online era ingannevole.

Bisogna diffidare degli integratori alimentari?

Una recente indagine mette in evidenza fino a che punto, buona parte dei produttori di integratori alimentari venduti soprattutto in rete, effettivamente fa affermazioni non proprio veritiere sui prodotti che offre.

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Le anomalie degli integratori alimentari

Secondo lo studio della DGCCRF (Direzione generale per la concorrenza, i consumatori e la prevenzione delle frodi), ben il 60% di loro non rispetta la veridicità delle affermazioni fatte sui propri prodotti, come ad esempio le diciture: “Ricco di fibre“, “previene l’invecchiamento” ecc.

Le indicazioni nutrizionali e sulla salute sono di fondamentale importanza per la promozione degli integratori alimentari presso i consumatori, spiegano i servizi statali. Il tasso di anomalie rilevato dall’indagine 2020, che ha preso di mira principalmente i maggiori venditori di integratori alimentari sui mercati, dimostra che un numero significativo di professionisti viola le normative.

Un’indicazione nutrizionale è “un messaggio o una rappresentazione che afferma, suggerisce o implica che un alimento contiene o non contiene una certa quantità di calorie, nutrienti o altre sostanze aventi un effetto nutritivo“.

Un’indicazione sulla salute è un messaggio “che afferma, suggerisce o implica l’esistenza di una relazione tra, da un lato, una categoria di prodotti alimentari, un prodotto alimentare o uno dei suoi componenti, e, dall’altro, la salute“.

Infine, un’affermazione terapeutica è un messaggio che “attribuisce ad un alimento proprietà di prevenzione, cura o cura di una malattia umana“.

Indicazioni terapeutiche non esatte sugli integratori alimentari

Secondo la DGCCRF, il tasso di anomalia osservato tra i 75 operatori controllati durante l’indagine 2020 è del 60%. Molti di loro, senza dubbio, sono dovuti al fatto che molti professionisti non sono ancora a conoscenza delle normative applicabili a queste affermazioni.

Si segnala quindi la presenza di indicazioni sulla salute non autorizzate per 33 degli operatori verificati, come ad esempio “L’ananas è un principio attivo dimagrante naturale”. Allo stesso modo, 38 degli operatori ispezionati hanno fatto uso di almeno un’indicazione terapeutica vietata, come “Kudzu aiuta a combattere la dipendenza” o “L’olio di cetriolo cura le malattie psichiatriche“.

A ciò si aggiunge l’assenza delle indicazioni obbligatorie previste dai testi normativi per 30 degli operatori ispezionati, nonché delle indicazioni nutrizionali non conformi.

fonte@consogloble.com