Roma sommersa dai rifiuti, una nave per trasportarli in Portogallo

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Roma sommersa dai rifiuti, una nave per trasportarli in Portogallo.

A circa un anno dall’elezione del Sindaco Raggi, nella capitale è stato fatto poco o nulla di importante. Né strategia, né visione di prospettiva: solo una marea di polemiche dovute all’inadeguatezza e sovente anche all’inettitudine di questa Giunta. Si vive alla giornata, si naviga a vista, e non si sa dove andare a prendere le risorse per coprire i buchi di bilancio notevoli della Capitale. E’ vero che i Pentastellati non sono responsabili delle voragini di bilancio, ma è altrettanto innegabile che questi signori, ragazzini per molti, non sanno dove andare a parare per raccogliere le risorse.

Se avessero l’intelligenza di capire che bisogna mantenere un buon rapporto col Governo nazionale, avrebbero fatto già un buon passo avanti. Perché sarebbe la strada giusta per ottenere finanziamenti, risorse e provvidenze varie. Ma altra cosa è essere scelti con i clic, altra cosa è governare che, a sua volta, è cosa ben diversa dal mandare avanti l’ordinaria amministrazione. Così ci troviamo al redde rationem, un punto di svolta. Passato un certo periodo, non si può continuare solo a dire che prima era tutto sbagliato, bisogna agire, altrimenti si perde la credibilità nei confronti della gente che ti ha votato.

Ecco che quindi si scopre che il problema dei rifiuti, della monnezza, non solo non è stato risolto, ma non è stato affrontato. Siamo di nuovo all’emergenza, e non c’è uno straccio di strategia, di programma credibile a lungo termine. La raccolta porta a porta, innescata peraltro dalle precedenti amministrazioni, ha funzionato inizialmente, perché la diversificazione è un elemento importante. Ma non basta, e dopo si devono delineare scenari importanti e a lungo e medio termine per lo smaltimento.

Si ha invece la netta impressione che si continui a turare buchi. Una nave piena di rifiuti provenienti da Roma sta per salpare per il Portogallo. Poi ci sono i treni che portano la spazzatura a nord, verso l’Austria. I convogli sono addirittura tre la settimana. E intanto per le strade aumentano i depositi di immondizia abusiva. Il servizio di raccolta rimane carente, e la prospettiva di destinazione dei rifiuti è estremamente vaga e labile. Se siamo costretti a mandarli all’estero vuol dire che, costi a parte, c’è qualcosa di profondo che non funzionava e non continua a funzionare. Non siamo sicuri che a breve e medio termine ci siano le condizioni per interrompere questa spirale perversa.