I talebani hanno annunciato nella giornata di oggi, lunedì, che i traduttori afgani che hanno lavorato con le forze internazionali dovrebbero “pentirsi” e rimanere in Afghanistan dopo la partenza delle forze occidentali che stanno accelerando il loro ritiro dal Paese.
Con il rapido ritiro delle forze della Nato, migliaia di traduttori afgani che lavoravano con le ambasciate e le forze militari occidentali si stanno accalcando ai consolati nella speranza di ottenere un visto di immigrazione, temendo rappresaglie se i talebani tornassero al potere a Kabul.
Il movimento armato ha affermato in una dichiarazione che i traduttori afgani che hanno lavorato con le forze occidentali “non affronteranno alcun pericolo da parte loro” e che “nessuno dovrebbe lasciare il paese.
“Chi ha lavorato con forze straniere come traduttori, guardie o altri lavori, e ora con il ritiro delle forze straniere, ha paura e cerca di lasciare il paese“, ha detto il movimento.
Ha aggiunto: “Diciamo loro che devono pentirsi per le loro azioni passate e non impegnarsi in tali attività in futuro, che sono un tradimento dell’Islam e del loro paese… Nessuno dovrebbe lasciare il paese“.
La dichiarazione continuava: “L’Emirato islamico non creerà loro problemi… li invita a tornare a una vita normale ed a servire il loro Paese. Non affronteranno alcun pericolo da parte nostra. Prima li vedevamo come nemici, ma dal momento in cui lasceranno i ranghi nemici, torneranno ad essere normali afghani nella loro patria e non dovrebbero avere paura”.
Il movimento ha concluso la sua dichiarazione dicendo: “Ma se loro (i traduttori) affermano di affrontare qualche pericolo per ottenere il cosiddetto asilo, allora questo è il loro problema, non il problema dei mujaheddin”.