- Il controllo strategico serve a valutare se le amministrazioni pubbliche raggiungono i loro obiettivi di lungo periodo.
- È diverso dal controllo di gestione: si concentra su efficacia e impatto, non solo su efficienza e costi.
- Favorisce trasparenza, responsabilità e miglioramento continuo nelle decisioni pubbliche.
Perché parlare di controllo strategico nel settore pubblico?
Negli ultimi anni, la gestione delle pubbliche amministrazioni ha subito una trasformazione profonda. Non è più sufficiente rispettare le norme o chiudere i bilanci: oggi le PA sono chiamate a dimostrare risultati concreti e a rispondere alla domanda pubblica di trasparenza e valore sociale. In questo scenario, il controllo strategico assume un ruolo centrale.
Cosa si intende per controllo strategico?
Si tratta di una funzione direzionale che valuta l’effettiva attuazione delle politiche e dei programmi pubblici rispetto agli obiettivi dichiarati nei documenti di pianificazione strategica. Il focus non è sulla mera esecuzione di attività, ma sul risultato atteso: quali cambiamenti sono stati prodotti nella realtà? Qual è stato l’impatto sulla comunità?
A differenza del controllo di gestione, che verifica come vengono utilizzate le risorse, il controllo strategico si interroga sul “perché” e “quanto” vale ciò che è stato fatto. È un controllo qualitativo, orientato a visione e missione dell’ente.
Strumenti e indicatori
Per funzionare correttamente, il controllo strategico ha bisogno di:
- Indicatori di impatto sociale (es. aumento occupazione giovanile dopo un progetto comunale);
- Sistemi informativi integrati;
- Coordinamento tra settore politico e tecnico;
- Periodiche relazioni di performance, come previsto dalla normativa sul ciclo della performance (D.Lgs. 150/2009).
Esempi concreti
- Un Comune che avvia un piano triennale per la rigenerazione urbana può monitorare, tramite controllo strategico, se i progetti hanno effettivamente migliorato vivibilità, attrattività e inclusione sociale nei quartieri.
- Una Regione che investe in mobilità sostenibile può usare il controllo strategico per valutare se sono diminuiti i tempi di percorrenza e l’inquinamento urbano.
Cosa prevede la normativa?
Il controllo strategico è disciplinato dal D.Lgs. 286/1999, che obbliga tutte le amministrazioni pubbliche a dotarsi di strumenti di controllo interno, inclusi quelli strategici. Successivamente, il decreto legislativo 150/2009 ha rafforzato il collegamento tra performance, programmazione e valutazione strategica, introducendo il Ciclo della performance.
Vantaggi per cittadini e amministratori
Implementare un sistema di controllo strategico efficace significa:
- Migliorare la qualità delle decisioni politiche;
- Facilitare il monitoraggio continuo dell’impatto delle azioni pubbliche;
- Rendere la PA più responsabile verso i cittadini, fornendo dati concreti e leggibili;
- Promuovere una cultura orientata ai risultati, e non solo all’adempimento.
Fonti istituzionali e autorevoli
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