Domodossola migranti vaccinati separatamente dai cittadini?

Forse una provocazione, sostengono molti, certo è che il periodo attuale è caratterizzato da fortissime tensioni, dove integrazione e convivenza civile sono tornate ad essere parole aberrate da molti.

La storia è semplice: il sindaco della cittadina piemontese di Domodossola, sta facendo discutere per la sua richiesta di non vaccinare i bambini nella stessa stanza dei migranti.

Pizzi ha reso pubblica la richiesta tramite un post su Facebook. “Mi viene segnalato con preoccupazione – si legge – che nello stesso locale vengono vaccinati migranti richiedenti protezione internazionale e bambini in tenerissima età. Purtroppo sappiamo che i migranti non hanno alle spalle anamnesi che possano escludere situazioni di pericolo per la collettività, anzi sono spesso portatori di malattie contagiose. La situazione desta ancor più preoccupazione perché i bambini in tenerissima età che si ritrovano a stretto contatto con i migranti non hanno ancora completato il ciclo dei vaccini obbligatori“.

Mi preme quindi chiederLe di rassicurarmi rispetto a quanto sopra esposto confidando che quanto segnalatomi non corrisponda a realtà – prosegue il testo della lettera indirizza al direttore generale dell’Asl -. In caso contrario ritengo indispensabile che si provveda diversamente, organizzando il servizio in modo da evitare tali situazioni e da garantire prima di tutto la tutela dei nostri bambini e delle nostre famiglie“.

E non è neppure la prima volta che il Pizzi finisce al centro della polemica per questioni riguardanti i migranti. Pizzi, nel 2017, aveva infatti scritto al prefetto di Verbania per invocare un “coprifuoco” per i profughi presenti in città, con il rientro entro le 20 nelle strutture ospitanti.

Ed anche stavolta, contattato telefonicamente da TPI.it, il sindaco non smorza le polemiche ed anzi dice che la sua città avrebbe accolto a braccia aperte “qualche famiglia siriana, mamma, papà e due bambini”, ma “se lei arriva qua coi pulmini e ci scarica 100 body builder che girano qui per la città, penso che la gente abbia anche ragione di preoccuparsi un pochino”.

Una posizione «assurda» per la Regione Piemonte, che accusa il primo cittadino di voler «ricreare in Italia situazioni da apartheid».

«In un altro momento storico non avremmo dato peso alle sue parole deliranti – tuona contro il sindaco l’assessora all’immigrazione e ai diritti della Regione Piemonte, Monica Cerutti – ma visto il clima che si respira nel Paese crediamo importante ricordare che anche un italiano potrebbe essere potenzialmente portatore di malattie contagiose, magari contratte dopo un bel viaggio all’estero. Ritenere minacciata la salute dei bambini dai migranti è semplicemente ridicolo».

Per l’assessore piemontese alla Sanità Antonio Saitta, coordinatore della commissione Salute della Conferenza delle regioni «è spiacevole constatare come le tematiche che riguardano la salute – osserva – spesso diventino oggetto di strumentalizzazioni politiche che alimentano un clima di confusione e di disinformazione perenne. Il diritto alla salute – conclude – va garantito a tutti senza discriminazioni».

La popolazione di Domodossola, al contrario, è molto divisa , come dimostrano i commenti sui social.

Tra i post a commento della proposta, su Facebook, non sono infatti pochi quelli che applaudono all’iniziativa. «Ho accompagnato mio figlio l’anno scorso e sono rimasto basito», scrive un domese in mezzo a tanti complimenti. «Bravissimo sindaco», «ottima richiesta», «sono perfettamente d’accordo», si legge sulla pagina social del sindaco in mezzo ai «vergogna» di chi invece lo critica.