Mangi banane di notte, ecco cosa ti può accadere
Le banane sono uno dei frutti preferiti che adulti e bambini amano, perché sono ricche di nutrienti e vitamine essenziali, importanti per la salute dell’organismo.
Ma hai mai pensato a cosa succede al tuo corpo se mangi una banana di notte?
Riduce la depressione
Uno studio recente ha riportato che l’umore delle persone che soffrono di depressione è migliorato dopo aver mangiato banane, perché aiuta ad aumentare la dopamina (l’ormone della felicità), perché contiene un forte aminoacido chiamato tirosina.
Migliora la salute della pelle
L’alto contenuto di acqua nelle banane aiuta a mantenere l’idratazione della pelle e a prevenire la disidratazione, mentre la vitamina A ripara le cellule della pelle secca e danneggiata.
Migliora la qualità del sonno
Le banane contengono un’abbondante quantità di magnesio, che aumenta la produzione di melatonina, che aiuta a migliorare la qualità del sonno e a ridurre i livelli di cortisolo, o quello che è noto come “l’ormone dello stress”.
Facilita la digestione
Le banane sono ricche di amido resistente, un tipo di amido che il tuo corpo non può digerire. La fermentazione dell’amido porta alla produzione di acidi grassi a catena corta, come il butirrato, e ha dimostrato di favorire una sana digestione riducendo l’infiammazione e potenziamento delle funzioni intestinali.
Aiutano a perdere peso
La ricerca ha dimostrato che la pectina nelle banane aumenta la sensazione di sazietà e pienezza per un periodo di tempo più lungo, il che contribuisce alla perdita di peso.
Riducono il bruciore di stomaco
mangiare una banana di notte aiuta a ridurre il bruciore di stomaco e prevenire le ulcere allo stomaco.
Migliorano la salute del cuore
contribuisce anche a migliorare la salute del cuore e ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, perché contiene un’abbondante quantità di fibre.
Riducono il rischio di calcoli renali
Il potassio nelle banane può prevenire l’accumulo di calcio, che contribuisce a ridurre il rischio di calcoli renali.
