C’è un dibattito che infiamma ogni cinefilo e che, periodicamente, viene messo a tacere (o alimentato) da chi il cinema lo fa: quali sono i migliori film di sempre? La risposta più autorevole arriva dall’iniziativa decennale della rivista britannica Sight & Sound del British Film Institute (BFI), che dal 1952 interroga critici e, dal 1992, anche registi da tutto il mondo per stilare una lista definitiva. Esaminando le scelte dei massimi esponenti della regia, scopriamo un canone che privilegia l’innovazione, la profondità tematica e l’impatto visivo, offrendo un punto di vista imprescindibile sulla storia della Settima Arte.

Il Verdetto dei Maestri: L’Ultimo Decennio
L’ultima edizione del sondaggio di Sight & Sound risale al 2022 e ha coinvolto ben 480 registi. I loro voti hanno dato vita a una classifica che, pur includendo i classici intramontabili, segnala anche una tendenza a premiare l’audacia e la modernità.
Il Podio d’Oro (Sight & Sound, 2022 – Voto dei Registi)
- 2001: Odissea nello spazio (1968), di Stanley Kubrick
- Quarto Potere (Citizen Kane, 1941), di Orson Welles
- Il Padrino (The Godfather, 1972), di Francis Ford Coppola
Il capolavoro di fantascienza di Stanley Kubrick, 2001: Odissea nello spazio, si è posizionato al primo posto nella classifica dei registi. Questo film non è solo un’opera visivamente sbalorditiva, ma una meditazione sull’evoluzione umana e sulla tecnologia, un punto di riferimento per chiunque maneggi una telecamera. La sua capacità di raccontare una storia in modo astratto e filosofico, con effetti speciali che ancora oggi reggono il confronto, ne fa il preferito tra i colleghi.
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Subito dietro, un’altra icona: Orson Welles con Quarto Potere. Per decenni in testa al sondaggio dei critici, questo film è un manuale di regia e sceneggiatura, lodato per la sua struttura non lineare e l’uso rivoluzionario della profondità di campo (il celebre “deep focus”). Non stupisce che i registi continuino a considerarlo un’opera fondamentale per la storia del cinema.
Al terzo posto, un’epopea del crimine che è anche un dramma familiare: Il Padrino di Francis Ford Coppola. Un film che bilancia perfettamente la spettacolarità del genere gangster con una profonda analisi psicologica e morale, elevando il cinema popolare a forma d’arte.
Oltre la Top 3: Maestri e Visionari
Scorrendo la Top 10 stilata dai registi, si ritrovano nomi e titoli che definiscono l’arte cinematografica:
- Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles (1975) di Chantal Akerman
- Viaggio a Tokyo (Tokyo Story) (1953) di Yasujirō Ozu
- La donna che visse due volte (Vertigo) (1958) di Alfred Hitchcock
- 8½ (1963) di Federico Fellini
- Lo specchio (Mirror) (1975) di Andrej Tarkovskij
- Close-up (1989) di Abbas Kiarostami
- In the Mood for Love (2000) di Wong Kar-wai (a pari merito)
È notevole la presenza di Jeanne Dielman in quarta posizione, un film che rappresenta l’emergere di una prospettiva femminile e di un cinema più attento al quotidiano, spesso ignorato nei canoni classici maschili. La sua presenza è un chiaro segnale che il miglior cinema è anche quello più innovativo e provocatorio.
Il cinema italiano è rappresentato da 8½ di Fellini, una pellicola che esplora l’ansia creativa con una libertà formale che ha ispirato intere generazioni di registi, da Martin Scorsese a Paolo Sorrentino.
La Voce dei Singoli Autori: Esempi Illuminanti
Analizzando le scelte individuali di alcuni dei registi più influenti, si colgono affinità e gusti personali che vanno oltre la classifica collettiva, ma che rafforzano il canone dei film fondamentali per i registi.
Martin Scorsese: Il Cultore del Cinema Americano e Italiano
Martin Scorsese, un nome che da solo evoca la storia del cinema moderno, ha spesso citato film che hanno forgiato il suo stile. Nella sua lista si trovano opere che hanno influenzato direttamente i suoi capolavori, come Toro Scatenato o Quei Bravi Ragazzi.
Esempi di scelte di Martin Scorsese (come riportato in varie interviste e sondaggi, inclusi i voti Sight & Sound):
- 8½ di Federico Fellini: Un film sulla crisi artistica, rispecchiando le ossessioni di molti registi.
- L’Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni: Per la sua esplorazione del vuoto emotivo e della modernità.
- Sentieri Selvaggi (The Searchers, 1956) di John Ford: Considerato da molti il western definitivo, modello di narrazione e messa in scena.
Scorsese stesso, a proposito dell’influenza dei grandi, ha affermato: “Il cinema non è solo uno specchio, ma un martello: colpisce la realtà che ci circonda.”
Quentin Tarantino: L’Amore per il Genere e la Struttura
Quentin Tarantino, celebre per la sua cinefilia enciclopedica, predilige film di genere, specie i B-movie e i western, ma lodati per la loro struttura narrativa e la direzione innovativa.
Esempi di scelte di Quentin Tarantino (secondo varie fonti):
- Blow Out (1981) di Brian De Palma: Per la sua suspense impeccabile e la regia energica.
- Hi-Diddle-Diddle (1943) di Andrew L. Stone: Un esempio di commedia sofisticata e insolita.
- Fino all’ultimo respiro (À bout de souffle, 1960) di Jean-Luc Godard: Il manifesto della Nouvelle Vague, ammirato per la sua rottura con le convenzioni.
Le sue scelte dimostrano che l’ispirazione per i migliori registi non viene solo dai classici “alti”, ma da tutto lo spettro della produzione cinematografica, purché sia tecnicamente e narrativamente audace.
Perché i Registri Votano Diversamente dai Critici?
È interessante notare come la classifica dei registi spesso si discosti da quella dei critici. Nel sondaggio Sight & Sound del 2022, ad esempio, i critici hanno incoronato Jeanne Dielman come film numero uno. Questa divergenza è significativa.
- I Critici tendono a premiare l’importanza storica, l’impatto culturale e la teorizzazione del film nel contesto più ampio della storia del cinema.
- I Registi, al contrario, sono più sensibili alla tecnica di regia, alla complessità strutturale e alla capacità del film di influenzare il loro lavoro pratico.
Per un regista, 2001: Odissea nello spazio è un’opera d’ingegneria cinematografica che va oltre la semplice narrazione, spingendo i limiti del mezzo espressivo. Come ha detto Christopher Nolan, fan dichiarato di Kubrick, “Non c’è niente come questo… La sua influenza è incommensurabile”. Questo tipo di ammirazione tecnica e strutturale spiega perché i registi tendano a preferire i film che hanno riscritto le regole della grammatica cinematografica.
In definitiva, sebbene le classifiche possano variare, i migliori film scelti dai registi offrono un catalogo di opere che non solo emozionano, ma insegnano come si fa cinema, rappresentando il vero patrimonio artistico del cinema mondiale.
Domande Frequenti (FAQ)
Qual è il film più votato dai registi negli ultimi sondaggi?
2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick (1968) è risultato essere il film più votato dai registi nell’ultima edizione del sondaggio decennale di Sight & Sound del 2022. Questa scelta sottolinea l’ammirazione dei professionisti per la sua innovazione tecnica, la visione filosofica e l’impatto duraturo sulla cinematografia di fantascienza e non solo.
Perché i registi scelgono film diversi dai critici?
La differenza risiede nella prospettiva: i registi premiano spesso l’abilità tecnica e l’influenza pratica sull’arte di fare film, focalizzandosi su struttura, messa in scena e innovazione formale (es. 2001, 8½). I critici, invece, tendono a privilegiare l’importanza storica, l’impatto culturale e il dibattito tematico di un’opera nel panorama generale (es. Jeanne Dielman).
Quali film italiani rientrano nella lista dei migliori secondo i registi?
8½ di Federico Fellini (1963) è il titolo italiano più ricorrente e influente nella lista dei registi, posizionandosi nella Top 10 del sondaggio del 2022. Altri film italiani storicamente citati sono capolavori del Neorealismo come Ladri di biciclette di Vittorio De Sica e La dolce vita di Fellini stesso, apprezzati per la loro verosimiglianza e forza drammatica.
C’è qualche film recente nella Top 10 dei registi?
Sì, la classifica dei registi (Sight & Sound, 2022) include In the Mood for Love di Wong Kar-wai (2000) tra i film più votati, a dimostrazione che la qualità cinematografica eccellente non è limitata al passato. Questo film è ammirato per il suo stile visivo sofisticato, la gestione della malinconia e l’uso innovativo della musica, aspetti che risuonano con i cineasti contemporanei.
