Il “paradosso del gatto immortale” è una variante intrigante del famoso esperimento mentale di Schrödinger. Nata dalla fisica quantistica, questa idea spinge al limite la nostra comprensione della realtà, del tempo e del ruolo dell’osservatore. Ma cosa significa davvero? E perché i fisici teorici la trovano così affascinante?
Schrödinger, superposizione e il gatto immortale
Tutto parte dal paradosso del gatto di Schrödinger, proposto nel 1935 dal fisico austriaco Erwin Schrödinger per evidenziare l’assurdità di alcuni aspetti della meccanica quantistica.
Nel suo scenario, un gatto chiuso in una scatola può essere simultaneamente vivo e morto finché qualcuno non osserva l’esperimento. Questa sovrapposizione di stati è un principio cardine della teoria quantistica.
La versione moderna – il “gatto immortale” – porta la questione ancora più in là: e se, in qualche universo, il gatto non morisse mai?
Questa riflessione si basa sull’interpretazione a molti mondi della fisica quantistica, proposta da Hugh Everett nel 1957, secondo cui ogni possibile esito di un evento quantistico si realizza in un universo separato.
“In qualche universo, il gatto è immortale. In un altro, non lo è. Entrambi coesistono.”
— Sean Carroll, fisico teorico e autore di “Something Deeply Hidden”
Multiversi e fisica quantistica: tra scienza e filosofia
Il paradosso del gatto immortale non è solo un gioco mentale: mette in luce le implicazioni profonde della teoria quantistica.
Secondo una ricerca pubblicata su Nature Physics (2019), l’interpretazione a molti mondi risolve alcune contraddizioni della meccanica quantistica evitando il “collasso della funzione d’onda”.
In questo contesto, l’immortalità del gatto (e per estensione, di qualsiasi sistema) diventa una questione di probabilità e coesistenza di stati, non di magia. È la fisica stessa a suggerire che ogni possibilità quantistica continua ad “esistere” in qualche ramo del multiverso.
Un esempio? L’esperimento del ritardo nella scelta di Wheeler, confermato da test del 2007 condotti con fotoni presso l’Australian National University, mostra come le decisioni possono influenzare retroattivamente il passato quantistico di una particella.
Conclusione
Il paradosso del gatto immortale è una metafora potente per esplorare concetti come realtà, probabilità e osservazione. Più che una curiosità, è un invito a riflettere su quanto la fisica quantistica stia riscrivendo i confini della nostra comprensione del mondo.
Per approfondire:
- Stanford Encyclopedia of Philosophy – Many-Worlds Interpretation
- Nature Physics – Parallel universes and quantum theory
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