Tutto quello che devi sapere sui semi di cannabis e la loro coltivazione

Quello della coltivazione della canapa rappresenta un argomento molto delicato. Facendo chiarezza è possibile comprendere quali possano essere le condotte non punite dalla legge e quando la produzione casalinga rappresenti o meno un reato. Per ulteriori informazioni ed avere una panoramica sulla normativa dei semi di cannabis consulta il seguente articolo.


Capita infatti sempre più spesso di voler acquistare dei semi di canapa per intraprendere una coltivazione in casa ma senza, in definitiva, essere davvero sicuri di tenere un comportamento conforme a quanto previsto dal nostro ordinamento giuridico.


Il tema della coltivazione della cannabis è stato a lungo oggetto di continui dibattiti che hanno visto l’alternarsi di diverse pronunce giurisprudenziali, molto spesso in contrasto fra loro. Questo argomento così contorto è stato trattato anche a livello europeo.


Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo e quali sono stati i recenti risvolti normativi che consentono finalmente la coltivazione domestica della cannabis senza subire spiacevoli conseguenze e sanzioni.


Coltivazione della canapa secondo la normativa nazionale ed europea


Analizzare nel dettaglio cosa dispongono la legge italiana e quella europea in tema di cannabis è molto importante per tutti coloro che intendono acquistare i semi di qualità, utili per una coltivazione indoor. Solo avendo ben chiaro cosa attualmente dispone il legislatore si può avere la certezza di non tenere una condotta vietata dalla legge dalla quale conseguono sanzioni anche detentive.

Tutto quello che devi sapere sui semi di cannabis e la loro coltivazione

Allo stato attuale la coltivazione della cannabis in campo strettamente industriale viene vista, almeno dal legislatore europeo, come una pratica molto positiva, tant’è che sono già stati stanziati diversi aiuti economici e sussidi in favore degli agricoltori autorizzati che si occupano di questa attività nel rispetto di determinate condizioni.

Nello specifico infatti, la Comunità Europea ritiene molto importante la coltivazione della marijuana. La piante vengono impiegate ormai in tantissimi settori, si pensi non solo a quello cosmetico o tessile, ma anche a quello della bioedilizia. A questo riguardo, in forza del Regolamento n. 1306 del 2013 la Comunità supporta le aziende agricole che si occupano di produrre specie di cannabis che vantano limitate concentrazioni di THC. Questi valori devono risultare inferiori o uguali allo 0,2%. Tutte le varietà botaniche che presentano tali livelli di THC sono state elencate ufficialmente in un altro regolamento europeo, ovvero il n. 639 del 2014. Questo comporta che soltanto le aziende che coltivano le piantagioni rispondenti a certi requisiti possono ottenere il sussidio stanziato dalla politica agricola comunitaria. Le medesime condizioni sono state poi recepite in Italia ma solo per quanto riguarda la canapa che viene impiegata per la produzione dei farmaci.


La canapa in Italia: uso industriale e alimentare


Conoscere il complesso quadro normativo italiano, arricchito anche dalle numerose pronunce della Corte che si sono susseguite negli ultimi anni, permetterà di comprendere con maggiore facilità quando la coltivazione della cannabis possa costituire o meno un reato perseguibile. La prima cosa da fare è avere ben chiaro quali devono essere le concentrazioni di THC ammesse dalla legge nazionale per la coltivazione industriale e per l’uso alimentare della canapa.

L’Italia ha legalizzato la coltivazione di canapa a scopo strettamente industriale e a tal fine non è necessario alcun titolo autorizzativo, purché le piante utilizzate presentino valori di THC inferiori allo 0,6%. I coltivatori che non rispettano questi requisiti rischiano una pena detentiva da un minimo di 2 ad un massimo di 6 anni.

Nel 2019 il nostro legislatore si è anche occupato di definire i limiti di THC che la canapa deve mantenere quando viene utilizzata per uso alimentare. Si pensi, ad esempio, ai semi oppure agli estratti di canapa. Il Ministero della Salute, colmando una precedente lacuna, ha quindi stabilito delle precise soglie, rispettate le quali sarà possibile assumere derivati della canapa. Gli oli, ad esempio, devono presentare valori di THC inferiori allo 0,5%. Per le farine e i semi, invece, sono ammesse concentrazioni ancora più basse, non superiori allo 0,2%. A questa decisione hanno fatto seguito un’espansione della coltivazione di canapa e la nascita di nuove aziende agricole in tutto il territorio nazionale.


Cannabis e coltivazione in casa legale


Diverso è il discorso della coltivazione delle varietà di cannabis in casa, sul proprio balcone, in terrazzo o all’interno di ambienti privati. Bisogna tenere in stretta considerazione che il nostro governo ha storicamente adottato una posizione piuttosto rigida nei confronti della produzione della canapa domestica. Questa pratica, per il legislatore italiano, ha sostanzialmente sempre rappresentato un reato a danno della salute pubblica. Coloro che in passato hanno coltivato anche modeste quantità di canapa sul balcone o dentro la propria abitazione hanno subito gravi conseguenze di natura penale, nonostante i prodotti fossero destinati nei fatti all’uso personale.

Tutto questo è andato avanti fino alla recente pronuncia della Corte di Cassazione, intervenuta lo scorso Dicembre del 2019, e con la quale i giudici hanno ammesso la coltivazione fra le mura domestiche della canapa, ma nel rispetto di determinati presupposti. Più in particolare, deve trattarsi di una coltivazione condotta con metodi rudimentali, destinata solo a produrre quantità di prodotto basse, utile per soddisfare il mero utilizzo personale.

Da questa pronuncia innovativa ne consegue che è oggi ammessa la commercializzazione di sementi di cannabis con percentuali di THC che non oltrepassano lo 0,2% quando destinati all’utilizzo alimentare, e lo 0,6% quando la pianta viene impiegata per generare ulteriori semi. Superando le descritte soglie, almeno fino ad un recente passato, non era possibile vendere semi di canapa per la coltivazione. Quei semi con TCH maggiori dello 0,6% si potevano introdurre in commercio solo per ragioni di collezionismo. In buona sostanza il consumatore poteva acquistare tali semi al puro scopo di arricchire la sua collezione personale oppure per tutelare un determinato tipo genetico.

Grazie invece alla recente pronuncia del Dicembre 2019 si è raggiunto un grande traguardo, tuttavia continuano a rimanere alcuni dubbi perché non è ancora ben chiaro quale tipo di sementi potrà effettivamente essere commercializzato rimanendo nella legalità. Molti si chiedono infatti se la vendita di semi con elevato contenuto di THC sia perseguibile o meno dal nostro codice penale. Non resta, quindi, che attendere nuove disposizioni normative a riguardo.

Tante forze politiche si sono battute per spingere il nostro governo ad emanare una legge che possa regolamentare in modo definitivo e chiaro la commercializzazione dei semi. L’introduzione di nuove norme si rende necessaria non solo per la salute pubblica ma anche nei riguardi dei consumatori finali, che potranno acquistare semi e derivati della cannabis in tutta sicurezza, senza temere di commettere reati. Una regolamentazione gioverebbe all’intero settore economico e avrebbe l’effetto di contrastare la proliferazione del mercato illegale degli stupefacenti.

Oggi, tuttavia, esistono delle piattaforme su cui poter acquistare semi di cannabis in completa sicurezza, senza temere di subire alcuna sanzione. In ogni caso bisogna fare molta attenzione perchè un e-commerce non vale l’altro. Soltanto alcuni siti possono ritenersi davvero affidabili, cioè in grado di garantire qualità, ma anche tutte le informazioni utili e chiare in merito alla provenienza dei prodotti messi in vendita.


Sensoryseeds.it ad esempio rappresenta un sito internet molto apprezzato dai consumatori, in quanto altamente specializzato proprio nella vendita di semi di cannabis femminizzati e che vantano caratteristiche in linea con la normativa in vigore. Vasto assortimento, prezzi competitivi, spedizioni veloci, assistenza, pagamenti sicuri e condizioni di vendita trasparenti, sono ulteriori ragioni che spingono gli estimatori di semi di cannabis a reputare questo portale un vero e proprio punto di riferimento in cui trovare il meglio attualmente disponibile.