Quando si richiede il Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD) o l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), l’Assistente Sociale svolge un ruolo cruciale. Il suo compito non si limita a un semplice controllo burocratico; si tratta di una valutazione multidimensionale complessa e personalizzata, mirata a comprendere a fondo la situazione della persona per costruire un percorso di supporto su misura.
L’analisi si concentra su tre aree principali: il bisogno della persona, le sue risorse economiche e il suo contesto di vita.

1. La Valutazione del Bisogno e dell’Autonomia
Il punto di partenza è sempre la persona e la sua condizione di non autosufficienza o fragilità. L’Assistente Sociale, spesso in collaborazione con altri professionisti (come medici o infermieri, specialmente per l’ADI), valuta:
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- Il Livello di Autosufficienza Funzionale: Si analizza la capacità dell’utente di compiere le normali attività della vita quotidiana (ADL). Si pensi all’igiene personale (vestirsi, lavarsi), all’alimentazione, alla deambulazione e alla gestione della casa. Queste informazioni, spesso raccolte tramite una visita domiciliare, sono essenziali per stabilire l’intensità e la tipologia di aiuto necessario.
- La Presenza e la Capacità del Caregiver Familiare: Un elemento cruciale è la disponibilità e l’effettiva capacità della rete familiare (il caregiver primario) di fornire assistenza. Se la persona vive sola o se i familiari conviventi non sono in grado di far fronte al carico assistenziale, il bisogno di un supporto esterno aumenta. Per esempio, se un anziano ha una patologia cronica e vive con un coniuge a sua volta fragile, il servizio domiciliare è prioritario (fonte: Regolamenti comunali e di Ambito Distrettuale).
- La Condizione Socio-Sanitaria: Viene richiesta documentazione medica (ad esempio, verbale di invalidità civile, certificazione di handicap ai sensi della Legge 104/92) che attesti la condizione di fragilità o disabilità.
La valutazione finale si traduce in un punteggio o in una classificazione che determina l’accesso, la priorità e le ore di assistenza spettanti. Alcuni regolamenti locali prevedono una scheda di valutazione che assegna un punteggio da un minimo a un massimo in base a criteri tabellati.
2. L’Analisi del Contesto Familiare e Abitativo
La visita a domicilio è fondamentale perché permette di andare oltre i documenti e di vedere la realtà di vita. L’Assistente Sociale osserva:
- Le Condizioni Socio-Economiche: Attraverso l’attestazione ISEE (o l’ISEE Ristretto Socio-Sanitario, a seconda della prestazione e della regione), si verifica il requisito economico per l’accesso e l’eventuale compartecipazione alla spesa. Molti Comuni stabiliscono una soglia ISEE al di sotto della quale l’utente è esentato dal costo del servizio.
- L’Ambiente di Vita: Vengono valutate le condizioni igienico-sanitarie e abitative. Una casa non adeguata o priva di ausili può aumentare il livello di bisogno e influenzare la stesura del Progetto di Assistenza Individualizzato (P.A.I.). In alcuni casi, come nella misura “RSA Aperta” in Lombardia, l’Assistente Sociale può suggerire modifiche nell’ambiente abitativo per renderlo più protettivo e protesico (Fonte: Luoghi di Cura, 2023).
- La Rete di Supporto Esterna: Viene considerata l’eventuale presenza di una rete secondaria (volontariato, vicinato, associazioni) che possa contribuire al sostegno della persona.
3. La Formalizzazione dell’Intervento: Il PAI
Una volta completata la valutazione, l’Assistente Sociale formula il suo parere tecnico-professionale per l’ammissione al servizio. Questo parere è la base per la redazione del Progetto di Assistenza Individualizzato (P.A.I.) – da non confondere con la modulistica ADI di INPS, che ha requisiti economici specifici – che definisce:
- Le Prestazioni Erogate: Ad esempio, aiuto per l’igiene, preparazione dei pasti, supporto nella vestizione o disbrigo commissioni.
- Il Monte Ore Settimanale: La frequenza e la durata dell’intervento. La durata standard di una prestazione può essere di 30 o 60 minuti, a seconda del regolamento locale.
- Gli Obiettivi: L’intervento è sempre mirato al recupero, mantenimento o sviluppo delle capacità residue della persona, promuovendo la massima autonomia possibile.
In sintesi, l’Assistente Sociale agisce come un “regista” sociale che, con la sua esperienza, incrocia la fragilità dell’utente, la capacità della famiglia e le risorse disponibili per garantire che l’aiuto a domicilio sia realmente la risposta più efficace e personalizzata.
Domande Frequenti (FAQ)
1. Quali documenti servono per richiedere l’Assistenza Domiciliare (SAD)?
I documenti principali sono l’istanza di accesso compilata su apposito modulo, l’Attestazione ISEE del nucleo familiare (o ISEE Socio-Sanitario se richiesto per specifici servizi) e l’idonea certificazione medica che attesti la condizione di non autosufficienza o fragilità. Senza l’ISEE, non è possibile determinare l’accesso ai benefici e l’eventuale compartecipazione economica.
2. L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è diversa dal SAD?
Sì, l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) si differenzia dal SAD perché include anche prestazioni sanitarie (mediche, infermieristiche, riabilitative) oltre a quelle socio-assistenziali. La valutazione per l’ADI è tipicamente gestita dall’Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM), che coinvolge l’Assistente Sociale insieme a medici e professionisti sanitari dell’ASL competente.
3. Cosa succede se la mia famiglia non può assistermi?
La mancanza di un valido supporto familiare o l’impossibilità oggettiva dei familiari conviventi di garantire un’assistenza adeguata è un fattore che l’Assistente Sociale valuta positivamente ai fini dell’ammissione al servizio. Questo requisito è fondamentale, poiché il SAD/ADI è destinato proprio a colmare il vuoto assistenziale quando la rete primaria è assente o insufficiente.
4. La mia casa può influenzare l’ottenimento del servizio?
Sì, le condizioni abitative e igienico-sanitarie dell’ambiente di vita sono parte della valutazione. Se la casa è particolarmente disorganizzata o non sicura (es. barriere architettoniche per un utente con problemi di mobilità), l’Assistente Sociale lo considera nella valutazione del bisogno e può suggerire, all’interno del P.A.I., interventi mirati per migliorare l’adattabilità dell’ambiente domestico al progetto assistenziale.
