Che tipo di contratto è quello del servizio civile

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Un argomento cruciale per chi considera l’esperienza del Servizio Civile Universale (SCU) è capire con esattezza quale sia la sua natura legale e, di conseguenza, che tipo di contratto si sottoscrive. Molti giovani si chiedono se si tratti di un lavoro subordinato, di volontariato puro o di una formula ibrida. La risposta è fondamentale perché impatta su diritti, doveri, trattamento fiscale e previdenziale.

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La Natura Giuridica: Non un Contratto di Lavoro Subordinato

È essenziale chiarire subito un punto: l’esperienza di Servizio Civile Universale, come stabilito dal Decreto Legislativo n. 40 del 6 marzo 2017, non si configura come un rapporto di lavoro subordinato. Nonostante l’impegno richiesto, gli orari e la ricezione di un compenso mensile, la sua essenza rimane quella di una scelta volontaria dedicata alla difesa non armata della Patria, all’educazione, alla pace e alla promozione dei valori della Repubblica.

La normativa definisce il Servizio Civile come un’attività a tutti gli effetti di “operatore volontario”. Questa classificazione ha conseguenze precise sul piano legale e pratico.

Il Contratto: Un Atto tra il Dipartimento e il Volontario

Quando un candidato idoneo viene selezionato, non firma un classico contratto di assunzione con l’ente che lo ospita. Al contrario, il rapporto si instaura attraverso la sottoscrizione di un contratto vero e proprio tra il Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale e il giovane selezionato. Questo documento ha lo scopo di definire le condizioni del servizio:

  1. Trattamento Economico e Giuridico: Stabilisce l’ammontare dell’assegno mensile e i diritti dell’operatore volontario (ferie, permessi, coperture assicurative).
  2. Norme di Comportamento: Indica i doveri e le regole di condotta da seguire durante lo svolgimento del progetto.

Quindi, benché si parli di “contratto di servizio civile universale”, non è un contratto di lavoro ai sensi del Codice Civile. L’obiettivo primario non è la prestazione lavorativa, ma la formazione civica e sociale del giovane e la sua partecipazione attiva alla comunità.

Aspetti Economici e Fiscali: L’Assegno Mensile

Un altro elemento che spesso genera confusione è l’assegno mensile riconosciuto agli operatori volontari.

Attualmente, l’importo è di 519,47 euro mensili (dato aggiornato dal Decreto dipartimentale n. 560 del 26 maggio 2025, in vigore dal 1° maggio 2025, che ha adeguato la cifra precedente di 507,30 euro, come riportato dal Dipartimento per le Politiche Giovanili).

È fondamentale notare che questo assegno non è considerato una retribuzione da lavoro ma un rimborso spese forfettario. Di conseguenza:

  • Esenzione Fiscale: L’assegno è esente da imposizione fiscale IRPEF. Ciò significa che non deve essere dichiarato ai fini del reddito e non concorre a formare la base imponibile. È un vantaggio significativo rispetto a un salario tradizionale.
  • Contributi Previdenziali: Il periodo di Servizio Civile è riconosciuto ai fini previdenziali (riscattabile), ma non è automaticamente coperto da contributi INPS durante lo svolgimento. È invece prevista una copertura assicurativa relativa ai rischi connessi all’attività e alla responsabilità civile, a carico del Dipartimento.

Durata e Orario di Servizio

I progetti di SCU offrono una flessibilità che si allontana dalle rigidità di un tipico rapporto di lavoro.

La durata del Servizio Civile Universale può variare dagli 8 ai 12 mesi, a seconda del progetto specifico. La maggior parte dei progetti ha una durata standard di 12 mesi.

L’orario di attività è definito in due modalità alternative, sempre in relazione al progetto:

  1. Impegno Settimanale: Non inferiore a 25 ore settimanali.
  2. Monte Ore Annuo: Un totale di 1.145 ore per i progetti di 12 mesi, con un monte ore proporzionalmente ridotto per i progetti di durata inferiore.

Questa impostazione sottolinea ancora una volta l’aspetto di un impegno formativo e sociale piuttosto che un vincolo lavorativo rigido.

Formazione e Competenze: Il Valore Aggiunto

Un aspetto che rafforza la natura formativa e non lavorativa del Servizio Civile è l’obbligo di formazione.

Ogni operatore volontario deve ricevere:

  • Formazione Generale: Sulla storia e i principi fondanti del Servizio Civile Universale (minimo 30 ore).
  • Formazione Specifica: Relativa al progetto scelto e alle competenze da acquisire.

La durata complessiva della formazione non può essere inferiore a 80 ore. Al termine del percorso, il giovane riceve un attestato di partecipazione e, in molti casi, la certificazione delle competenze acquisite. Questi documenti sono spendibili nel curriculum, e alcuni progetti prevedono anche il riconoscimento di crediti formativi universitari (CFU), un chiaro indicatore del valore didattico dell’esperienza.

I Diritti dell’Operatore Volontario

Nonostante non sia un contratto di lavoro, l’operatore volontario gode di diritti specifici, garantiti dal contratto con il Dipartimento e dalla legge n. 40/2017. Tra i principali troviamo:

  • Permessi: 20 giorni di permesso retribuito per un progetto di 12 mesi (o un numero proporzionale per durate inferiori). Sono previsti anche permessi straordinari per circostanze documentate (esami universitari, donazione sangue).
  • Sicurezza: Applicazione delle disposizioni in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, con equiparazione, sotto questo profilo, ai lavoratori autonomi (come previsto dall’Art. 3, comma 12 bis, del D.Lgs. 81/2008).
  • Riserva di Posti: Per chi ha concluso il Servizio Civile senza demerito, è prevista una riserva del 15% dei posti nei concorsi pubblici per l’assunzione di personale non dirigenziale (Legge di Bilancio 2022).

In sintesi, il contratto del Servizio Civile Universale è un atto giuridico distinto, un patto tra il giovane e lo Stato per un percorso di cittadinanza attiva e formazione. Non è un lavoro, ma un impegno volontario che offre un sostegno economico, tutela legale e previdenziale (riscattabile), e un bagaglio di competenze e valori insostituibile.


FAQ sul Contratto di Servizio Civile

1. Il Servizio Civile Universale è considerato lavoro?

No, il Servizio Civile Universale non è considerato un rapporto di lavoro subordinato secondo la legge (D.Lgs. 40/2017). Si tratta invece di una scelta volontaria che si concretizza con la sottoscrizione di un contratto tra il Dipartimento e l’operatore volontario, finalizzato alla formazione civica, all’educazione e alla partecipazione alla vita della comunità.

2. Qual è l’importo dell’assegno mensile e come viene trattato fiscalmente?

A partire da maggio 2025, l’assegno mensile è di 519,47 euro. Questo importo è considerato un rimborso forfettario e non concorre alla formazione del reddito imponibile. Pertanto, l’assegno del Servizio Civile è esente da IRPEF e non deve essere dichiarato nella denuncia dei redditi, rappresentando un vantaggio fiscale.

3. Il periodo di Servizio Civile è valido ai fini pensionistici?

Sì, il periodo di servizio svolto come operatore volontario è riconosciuto ai fini del trattamento previdenziale. Non è coperto automaticamente da contributi durante l’attività, ma è riscattabile (ovvero convertibile in anni contributivi) a condizioni agevolate presso l’INPS una volta terminato il servizio.

4. Qual è la durata e l’orario di impegno richiesto dal contratto?

La durata del Servizio Civile Universale può variare flessibilmente dagli 8 ai 12 mesi a seconda del progetto. L’orario di servizio è stabilito per un impegno minimo di 25 ore settimanali oppure come un monte ore annuo di 1.145 ore per i progetti di 12 mesi, articolato su 5 o 6 giorni alla settimana.

By Antonio Capobianco

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