Che tipo di pittogramma viene associato ad un agente cancerogeno

Antonio Capobianco
  • Un agente cancerogeno è una sostanza in grado di provocare il cancro;
  • È riconoscibile grazie a un pittogramma GHS specifico: busto con stella;
  • Fondamentale saper leggere le etichette per garantire la sicurezza sul lavoro.

Che cos’è un agente cancerogeno e perché è importante riconoscerlo

Gli agenti cancerogeni sono sostanze chimiche o miscele che, a seguito di esposizione prolungata o intensa, possono causare lo sviluppo di tumori. Riconoscerli è essenziale in contesti lavorativi come laboratori, industrie chimiche o edilizia, dove la manipolazione di prodotti pericolosi è frequente.

Che tipo di pittogramma viene associato ad un agente cancerogeno

A livello normativo, la classificazione e l’etichettatura delle sostanze cancerogene segue il sistema GHS (Globally Harmonized System), adottato anche dall’Unione Europea. Il GHS ha introdotto pittogrammi ben visibili e standardizzati per avvisare dei pericoli, tra cui quello per la cancerogenicità. Il simbolo specifico è un rombo rosso con all’interno un’icona stilizzata di un busto umano con una stella bianca a sei punte sul torace, rappresentante danni gravi alla salute.

Riconoscere questo simbolo può letteralmente fare la differenza tra un comportamento consapevole e una negligenza potenzialmente pericolosa. Spesso, infatti, i lavoratori entrano in contatto con queste sostanze inconsapevolmente, se le etichette non vengono lette o comprese correttamente.

La formazione e la prevenzione passano anche dalla conoscenza di questi pittogrammi, che rappresentano una vera e propria guida visiva ai rischi. Avere familiarità con essi significa migliorare la sicurezza personale e quella collettiva.

Come identificare i prodotti cancerogeni attraverso l’etichetta

Identificare un prodotto cancerogeno non è complicato, ma richiede attenzione a specifici elementi dell’etichetta chimica. Ogni sostanza pericolosa, secondo il Regolamento CLP (Classification, Labelling and Packaging), deve riportare informazioni standardizzate, tra cui pittogramma, indicazioni di pericolo, consigli di prudenza e parole di segnalazione.

Il pittogramma associato al rischio cancerogeno, come visto, è il busto con la stella. Ma non basta: l’etichetta contiene anche la sigla H350 (“Può provocare il cancro”), che indica in modo chiaro la pericolosità della sostanza. A volte si trovano anche H351 (“Sospettato di provocare il cancro”), per classificazioni meno certe ma comunque da non sottovalutare.

Accanto alla sigla H, troviamo le cosiddette frasi P, ovvero consigli pratici su come proteggersi (es. “Indossare guanti/indumenti protettivi”, “Non respirare i vapori”). Infine, la parola di segnalazione sarà “Pericolo” (danger) se la sostanza è altamente cancerogena, o “Attenzione” (warning) se il rischio è sospetto ma non confermato.

Sapere dove guardare e come leggere un’etichetta è il primo passo per evitare esposizioni involontarie. Anche prodotti comuni come detergenti industriali, colle o vernici possono contenere agenti cancerogeni. Ecco perché ogni operatore dovrebbe essere formato su questi aspetti, non solo chi lavora in laboratorio.

Normative e obblighi del datore di lavoro in presenza di agenti cancerogeni

Quando in un ambiente di lavoro sono presenti agenti cancerogeni, il datore di lavoro ha l’obbligo legale di adottare misure specifiche per proteggere la salute dei lavoratori. Le disposizioni principali sono contenute nel Testo Unico sulla Sicurezza (D.Lgs. 81/2008), in particolare nel Titolo IX, capo II.

La norma impone innanzitutto una valutazione dei rischi dettagliata, in cui devono essere individuate le modalità di esposizione, la quantità delle sostanze pericolose e le attività che comportano il contatto. Questa analisi deve essere aggiornata periodicamente o in caso di cambiamenti nei processi produttivi.

Una volta accertata la presenza di sostanze cancerogene, il datore di lavoro è tenuto a:

  • sostituire l’agente cancerogeno con una sostanza meno pericolosa, se possibile;
  • ridurre al minimo l’esposizione, adottando misure tecniche come sistemi di aspirazione e contenimento;
  • fornire dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati;
  • informare e formare i lavoratori sui rischi e sulle corrette modalità di utilizzo dei prodotti.

Inoltre, va istituito un registro degli esposti, ovvero un documento ufficiale in cui vengono annotati i nomi dei lavoratori esposti a queste sostanze e le relative attività svolte. Questo strumento è essenziale per garantire monitoraggio e tutela sanitaria a lungo termine.

Il mancato rispetto di queste regole può comportare sanzioni severe, ma soprattutto espone i lavoratori a danni gravi e spesso irreversibili.

Esempi concreti di agenti cancerogeni nei luoghi di lavoro

Molti pensano che gli agenti cancerogeni siano presenti solo in contesti chimici o industriali avanzati, ma in realtà si possono trovare in molti ambienti lavorativi comuni, anche insospettabili. Conoscerli è il primo passo per evitarne l’esposizione.

Ecco alcuni esempi pratici:

  • Amianto (o asbesto): ancora oggi presente in edifici datati, tettoie, tubazioni e pannelli isolanti. La sua inalazione è associata a gravi malattie respiratorie, inclusi tumori.
  • Fumi di saldatura: nelle officine e nei cantieri, i lavoratori sono esposti a miscele complesse contenenti metalli pesanti e composti potenzialmente cancerogeni.
  • Benzene: presente nei carburanti e in alcuni solventi utilizzati nei laboratori e nelle industrie chimiche. È riconosciuto per la sua elevata tossicità per il sangue e la sua cancerogenicità.
  • Polveri di legno duro: nei settori della falegnameria e della lavorazione del legno, l’inalazione di queste polveri è stata collegata a tumori naso-sinusali.
  • Radon: gas radioattivo naturale che può accumularsi nei locali interrati e rappresenta un rischio per chi lavora in cantine, miniere o archivi sotterranei.

Questi sono solo alcuni dei casi più diffusi, ma l’elenco è molto più ampio. In ogni contesto professionale è fondamentale valutare i materiali e le sostanze impiegate, per capire se rientrano tra i cancerogeni classificati da organismi internazionali come lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro).

Agenti cancerogeni – Domande frequenti

Qual è il simbolo che indica una sostanza cancerogena?

Il simbolo è un rombo rosso con all’interno un busto umano e una stella bianca sul petto. Fa parte dei pittogrammi GHS e segnala un rischio grave per la salute.

Quali sono gli obblighi del datore di lavoro?

Deve effettuare una valutazione dei rischi, ridurre al minimo l’esposizione, fornire DPI adeguati, istruire i lavoratori e tenere un registro degli esposti.

Dove si trovano comunemente agenti cancerogeni?

Si trovano in edifici con amianto, officine, laboratori chimici, falegnamerie e ambienti sotterranei dove può accumularsi radon.

Come posso sapere se una sostanza è cancerogena?

Leggi l’etichetta: cerca il pittogramma, la frase H350 o H351 e la parola di segnalazione (“Pericolo” o “Attenzione”). Consulta anche l’elenco ufficiale dello IARC.

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