L’Intelligenza Artificiale (IA) non è solo una tecnologia rivoluzionaria, ma anche un’opportunità strategica per l’Italia. Negli ultimi anni, il nostro Paese ha iniziato a costruire un ecosistema AI sempre più dinamico, che coinvolge università, centri di ricerca, startup e grandi imprese. Ma a che punto siamo oggi? Quali sono i progetti in corso e le sfide da affrontare? E, soprattutto, quale sarà il futuro dell’IA “Made in Italy”?

Italia e Intelligenza Artificiale: un quadro generale
Nel 2024, secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, il mercato dell’IA in Italia ha raggiunto un valore di circa 760 milioni di euro, con una crescita del +32% rispetto all’anno precedente. A trainare l’espansione sono principalmente i settori della manifattura, finanza, sanità e pubblica amministrazione.
Il governo italiano ha riconosciuto il potenziale trasformativo dell’IA già nel 2019 con la Strategia Nazionale per l’Intelligenza Artificiale, aggiornata nel 2022 con il contributo del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). L’obiettivo è chiaro: rendere l’Italia un polo europeo dell’intelligenza artificiale, valorizzando le eccellenze scientifiche e industriali del Paese.
Centri di ricerca e università: il motore della conoscenza
Tra i protagonisti della ricerca AI in Italia troviamo alcune delle migliori università europee, tra cui:
- Politecnico di Milano: con progetti su AI etica, visione artificiale e robotica avanzata;
- Sapienza Università di Roma: punto di riferimento nella linguistica computazionale e nell’AI generativa;
- Università di Bologna e Pisa: impegnate nello sviluppo di algoritmi per la sanità, l’agricoltura e l’energia.
Inoltre, istituti come il CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e la Fondazione Bruno Kessler di Trento collaborano attivamente in progetti europei Horizon Europe e Gaia-X.
Le imprese italiane che innovano con l’IA
Anche il settore privato italiano ha iniziato a investire con decisione nell’AI, non solo per migliorare l’efficienza, ma anche per creare nuovi prodotti e servizi.
- Leonardo S.p.A. utilizza l’intelligenza artificiale nei sistemi di difesa, nella cybersecurity e nella gestione dei dati aerospaziali.
- ENEL integra sistemi AI per ottimizzare la gestione delle reti elettriche e prevedere i consumi energetici.
- Datalogic, azienda emiliana leader nella sensoristica, impiega algoritmi di machine learning per il riconoscimento visivo industriale.
- Almaviva e Engineering Ingegneria Informatica sviluppano piattaforme di IA per la pubblica amministrazione e i trasporti.
In crescita anche le startup innovative: secondo un report di StartupItalia, nel 2023 erano oltre 280 le startup italiane attive nel settore AI, soprattutto nelle città di Milano, Torino, Roma e Bologna.
Progetti futuri e scenari emergenti
Nel medio termine, l’Italia punta su alcuni progetti strategici per potenziare il proprio ruolo nel panorama AI europeo:
- Centro Nazionale per l’Intelligenza Artificiale: finanziato dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), sarà un hub nazionale con sede a Torino, con ramificazioni in tutta Italia.
- Investimenti nel supercalcolo: grazie al supporto di CINECA, l’Italia gestirà “Leonardo”, uno dei supercomputer più potenti al mondo, utile per simulazioni IA complesse.
- IA nella Pubblica Amministrazione: il governo ha annunciato nel 2024 un piano per adottare l’AI nella gestione dei servizi pubblici, ispirandosi ai modelli estoni e danesi.
- Etica e regolazione dell’IA: in linea con il nuovo AI Act europeo, l’Italia si impegna a promuovere un’intelligenza artificiale trasparente, responsabile e rispettosa dei diritti umani, anche grazie al lavoro di centri come il Laboratorio Interdisciplinare Diritti e Tecnologie dell’Università di Torino.
Sfide da affrontare
Nonostante i progressi, l’Italia deve ancora colmare alcuni gap per diventare davvero competitiva:
- Carenza di competenze specialistiche: solo il 16% degli sviluppatori italiani ha esperienza diretta con algoritmi AI (fonte: Eurostat).
- Basso livello di digitalizzazione delle PMI, che spesso non hanno accesso a strumenti e know-how adeguati.
- Fuga di cervelli: molti talenti formati in Italia lavorano all’estero, in centri come Google DeepMind o Meta AI Research.
Conclusione: il futuro dell’IA Made in Italy è una sfida strategica
L’Intelligenza Artificiale Made in Italy è molto più di una tendenza tecnologica: è una leva strategica per la competitività economica, la sostenibilità e l’innovazione sociale del Paese. Ma per raccogliere i frutti di questa rivoluzione, servono investimenti mirati, politiche lungimiranti e un forte ecosistema di collaborazione tra pubblico, privato e accademia.
Come ha dichiarato Luciano Floridi, filosofo e docente all’Università di Bologna e all’Oxford Internet Institute, “l’Intelligenza Artificiale deve essere governata con intelligenza umana: non basta svilupparla, bisogna sapere dove e perché usarla”.

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