Quali sono le cause dell’alto debito pubblico italiano?
Il debito pubblico italiano è tra i più alti d’Europa per ragioni storiche, strutturali e politiche. Alla fine del 2023, secondo Eurostat, il rapporto debito/PIL dell’Italia era pari al 137,3%, il secondo più alto dell’UE dopo la Grecia.
Tra le cause principali:
- Spesa pubblica persistente superiore alle entrate fiscali
- Interessi elevati accumulati nel passato
- Crescita economica debole
- Evasione fiscale diffusa
- Crisi finanziarie e misure espansive (anni ‘80, 2008, COVID-19)
“Il debito italiano è figlio di decenni di disavanzi primari, interessi alti e scarsa crescita” — Banca d’Italia, Relazione annuale 2023

Origini storiche: com’è nato l’alto debito pubblico italiano?
Negli anni ‘70 e ‘80 lo Stato italiano ha iniziato a finanziare una spesa pubblica crescente ricorrendo in modo sistematico al debito. Fino al 1981, la Banca d’Italia era obbligata a comprare titoli di Stato invenduti, garantendo il finanziamento del deficit.
Con il divorzio Tesoro-Banca d’Italia (1981), i tassi d’interesse sono saliti, facendo esplodere il costo del debito.
Negli anni ‘90 l’Italia ha cercato di ridurre il debito per entrare nell’eurozona, ma senza mai invertire completamente la rotta.
Secondo il MEF, il debito era già al 115% del PIL nel 1994.
Il peso degli interessi e della bassa crescita
L’Italia ha avuto per decenni un avanzo primario (entrate superiori alle spese, al netto degli interessi), ma l’onere degli interessi sul debito ha reso difficile ridurre il rapporto debito/PIL.
Contemporaneamente, la crescita economica anemica ha ridotto le entrate fiscali e aumentato l’onere del debito in rapporto al PIL.
Secondo l’OCSE, l’Italia ha avuto una delle crescite medie più basse dell’UE dal 2000 al 2020.
Crisi recenti e politiche espansive
La crisi finanziaria del 2008, la crisi del debito sovrano del 2011 e la pandemia di COVID-19 hanno spinto lo Stato a intervenire con politiche fiscali espansive, aumentando la spesa pubblica per sostenere famiglie, imprese e sanità.
Durante la pandemia, il debito pubblico è passato da circa il 135% al 155% del PIL in pochi mesi — Fonte: ISTAT, 2020
Anche il Superbonus 110% e altri incentivi edilizi hanno avuto un impatto sulle finanze pubbliche, aumentando temporaneamente il deficit.
Perché l’Italia non fallisce nonostante il debito alto?
Finché il debito è sostenibile, cioè rifinanziabile a tassi accettabili e con il supporto dei mercati, l’Italia può mantenerlo.
Tre fattori chiave:
- La Banca Centrale Europea ha acquistato titoli di Stato italiani, calmierando i tassi
- L’Italia mantiene un avanzo primario
- Il debito è in larga parte nazionale (banche, famiglie, investitori italiani)
“La sostenibilità del debito dipende più dai tassi e dalla crescita che dal livello assoluto” — Carlo Cottarelli, economista
FAQ: domande frequenti sul debito italiano
Il debito pubblico è sempre negativo?
Non necessariamente. Se utilizzato per investimenti produttivi, può favorire crescita e occupazione. Diventa un problema se usato solo per coprire spese correnti o inefficienze.
L’Italia può uscire dall’euro per gestire meglio il debito?
Tecnicamente sì, ma sarebbe rischiosissimo. L’uscita comporterebbe instabilità finanziaria, fuga di capitali e possibile default.
Il debito può essere ridotto senza austerità?
Sì, ma serve una crescita sostenuta, maggiore efficienza nella spesa e lotta all’evasione fiscale.
Conclusione: debito alto, ma gestibile con riforme e crescita
Il debito pubblico italiano è frutto di decenni di squilibri e scelte complesse. Non è insostenibile, ma richiede attenzione continua, riforme strutturali e una visione strategica. La sfida è farlo scendere senza frenare la ripresa economica.
Fonti ufficiali:
- Eurostat: https://ec.europa.eu/eurostat
- Banca d’Italia: https://www.bancaditalia.it
- Ministero dell’Economia e delle Finanze: https://www.mef.gov.it
- OCSE (OECD): https://www.oecd.org
- ISTAT: https://www.istat.it

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