Il settore eolico in Italia, e non solo, è in grave crisi.
Fino a qualche anno fa sembrava che l’energia del vento, insieme a quella del sole, e cioè il fotovoltaico e il solare termico, fossero destinate a fare da traino deciso nel campo delle energie rinnovabili.
Poi la crisi economica da una parte, dall’altra la fine degli incentivi statali, hanno di fatto determinato uno stop o quasi con relative chiusure di aziende, e fuga verso l’estero di quelle restanti nel nostro Paese.
A nulla è valsa la notevole diminuzione dei costi di realizzazione degli impianti, sia in termini di materiale che di manodopera.
In particolare, l’Anev, l’Associazione Nazionale Energia del vento, accusa il governo di trascurare completamente il settore, nonostante gli impegni presi a Parigi sulla riduzione delle emissioni.
Nel 2015 purtroppo, sono solo 295 i Megawatt di nuova potenza eolica installata. Così le aziende sono costrette ad andare all’estero e a chiudere. E purtroppo ne risente soprattutto l’occupazione.
Si è passati dai 37.000 occupati del 2012 ai 26.000 occupati del 2015. Tempi duri per le rinnovabili, e tempi duri soprattutto per l’energia del vento.