Se Rouhani incontra Papa Francesco per parlare di tolleranza
Il leader iraniano Rouhani, Rohani o Rowhani, incontra Papa Francesco.
“Preghi per me” è l’invito che l’iraniano rivolge al Papa. “Il Corano invita i Musulmani a proteggere per prima le Chiese e le Sinagoghe. Questo vuol dire tolleranza”.
Quaranta minuti di colloquio privato hanno portato quanto meno a una sintonia di fondo sul tema della pace e della tolleranza.
Francesco ha invitato a proporre soluzioni politiche per il Medio Oriente. E non è detto che il rientro dell’Iran nello scenario internazionale non sia un buon viatico a soluzioni alternative a quelle numerose belliche che infestano quella martoriata plaga del globo.
Rouhani ha donato al Papa uno splendido tappeto persiano intessuto nella città di Qom e un imponente volume di meravigliose miniature. Da parte sua Bergoglio ha donato al leader iraniano due copie della sua enciclica Laudato Sii e una medaglia raffigurante San Martino.
Ma il Papa è uomo di mono, e nel loro breve colloquio i due non possono non aver parlato di quella sorta di strage che si perpetra annualmente in Iran, dove vengono eseguite centinaia e centinaia di condanne a morte. Solo l’anno scorso le esecuzioni capitali sono state quasi 1.100.