L’Italia arcobaleno, e non solo, si mobilita per le unioni civili.
Per l’Arcigay sono intervenute un milione di persone in cento città. Ora, non c’è dubbio che la mobilitazione generale sia riuscita.
Tuttavia se solo si fanno due conti su quest’affermazione dell’Arcigay, si scopre che ci dovrebbe essere una media di 10.000 persone per ogni città, la qual cosa francamente ci sembra impossibile.
Dall’altra parte la posizione oscurantista del mediocre Giovanardi, il quale non ha trovato nulla di meglio da dire che “è stato un clamoroso flop”.
Nulla di più falso sia in termini di partecipazione, sia in termini di presenza diffusa nei territori.
Per il segretario dell’Arcigay Gabriele Piazzoni comunque “è una giornata storica per questo Paese, una mobilitazione vastissima che si è nutrita del desiderio e dell’entusiasmo di tante e tanti che hanno a cuore il valore dell’uguaglianza”.
A Roma ci sarà invece il Family day il 30 gennaio. Manifestazione di stampo conservatore, anacronistica, inattuale, dove partecipano solitamente politici e politicanti con due o più famiglie, amanti, famiglie spezzettate e quant’altro di ambiguo e ipocritamente detestabile offre il mercato.
Compresi tutti quelli che di giorno vanno in Chiesa, e di sera o di notte decidono di sfogare i propri istinti su strade, marciapiedi e zone limitrofe. Il Belpaese, insomma.