Lo smog diventa un vero caso politico

Lo smog diventa un vero caso politico

Smog e polveri sottili in aumento nelle principali città italiane e non solo.

“Il 2015 si chiuderà secondo l’ISTAT con 68.000 morti in più rispetto al 2014: 666mila contro 598mila, l’11% in più. Come ai tempi delle grandi guerre. Le città italiane non sono state bombardate dalle potenze straniere, ma vivono sotto l’assedio di nemici silenziosi. Lo smog sta rendendo le città italiane sempre più simili a Pechino. A Milano (dopo che Pisapippa ha distrutto 573 alberi secolari che davano ossigeno) da domani per tre giorni la circolazione delle auto sarà vietata, poi si tornerà alla “normalità” e presto sarà vietata la circolazione delle persone, come in Cina appunto. Nel frattempo l’inquinamento ci avvelena, avvelenano i fumi dell’ILVA, avvelena la diossina che fuoriesce dagli inceneritori e che finisce dentro il nostro cibo, avvelena l’acqua che beviamo che scorre in tubature d’amianto”, questo il contenuto dell’ultimo post di denuncia pubblicato sul sito di Beppe Grillo, il quale sottolinea i dati impressionanti delle conseguenze dell’inquinamento.

“Giovani o vecchi, ci si ammala sempre di più e non ci sono i soldi per le cure nè per le medicine, con la crisi i soldi è meglio usarli per mangiare (alimenti probabilmente contaminati). Si stringono i denti e si tira avanti, ma per poco. Il governo impugna la lunga falce e con la legge di stabilità taglia altri 15 miliardi di euro alla sanità in 3 anni: per gli italiani non c’è scampo. Avvelenati da una politica industriale dell’800, in mutande a causa della crisi e abbandonati dal governo. Premier e ministri non si rendono conto di ciò che accade nel Paese. Litigano per mezzo punto percentuale di PIL e fanno decreti lampo di domenica per salvare le banche mentre passeggiano incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani che non hanno saputo proteggere. Sono una sciagura per il Paese, il prezzo della loro spocchia lo stiamo pagando col sangue. Prima se ne vanno e meglio è”, continua l’articolo.

“Dai bilanci demografici mensili forniti dall’Istat si rileva come il totale dei morti in Italia nei primi otto mesi del 2015 – ultimo aggiornamento disponibile – sia aumentato di 45mila unità rispetto agli stessi primi otto mesi del 2014. La cosa non è affatto marginale se si pensa che ciò corrisponde ad un aumento dell’11,3% e che, se confermato su base annua, porterebbe a 666mila morti nel 2015 contro i 598mila dello scorso anno. Un incremento di ben 68mila unità che appare in gran parte concentrato nella componente femminile (+41mila) e che verosimilmente coinvolge soprattutto la fascia più anziana della popolazione residente nel nostro Paese. Il dato è impressionante”, conclude il post.

Grillo non è il solo a pensarla così, anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha commentato su Twitter la vicenda, scrivendo: “Aria più pulita? Le auto contribuiscono al massimo al 20% dell’inquinamento, bloccarle non serve a nulla! Fossi sindaco mi occuperei di controllare le caldaie (abbassando il riscaldamento negli uffici e nelle case pubbliche, ad esempio, visto il Natale più caldo di sempre) e di comprare autobus che inquinino meno. Il resto è aria fritta, o meglio aria sporca, alla Renzi”.

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, si difende dichiarando che “in queste ore si susseguono dichiarazioni sulla presunta inutilità del blocco della circolazione, una misura emergenziale che va a sommarsi all’impegno serio e costante del Comune, che in questi anni è stato lasciato a combattere da solo. Queste persone che per la prima volta oggi fanno sentire la propria voce, non sanno cosa ha fatto l’Amministrazione contro l’inquinamento”.