Pasta, chi la mangia vive 4 anni di più

Chi mangia la pasta vive 4 anni di più, sarà vero?

Italiani uguale spaghetti, questa è stata ed è la vulgata planetaria che ci ha caratterizzato da molto tempo. Con una punta leggermente spregiativa, bisogna dirlo.

Fatto sta che però, dall’altra parte, quando viene la gente dall’estero, oltre alla pizza, una delle prime cose, se non la prima che vuole mangiare, è proprio la pasta. La benedetta, immancabile per noi, sacrosanta, multiforme pasta.

Quella che non manca mai, in nessuna occasione, in qualsiasi casa di ciascun italiano che sia tale. Presente in mille forme e prodotta in modo vario anche dal punto di vista degli ingredienti, tuttavia sempre pasta è. Molti dicono che la pasta ingrassa, e tuttavia, come quasi tutti gli alimenti, dipende pure dalla quantità.

E dipende da come viene condita. Un piatto di bucatini all’amatriciana o la cosiddetta pasta al forno, sono evidentemente tutt’altra cosa che un piatto di spaghetti aglio e olio. E poi c’è da dire un’altra cosa: la pasta è il piatto tipico, immancabile della cosiddetta dieta mediterranea, la quale come noto è famosa in tutto il mondo da un punto di vista salutistico-alimentare.

Ebbene, quando ci dicono Italiani-spaghetti, bisogna pure che cominciamo a rivalutare noi stessi, almeno in termini alimentari. Quanto alla sottesa critica insita nell’espressione, probabilmente un fondo di verità c’è pure: faciloni, approssimativi, insofferenti; insomma, un sacco di doti che non sono propriamente tali, le quali ci caratterizzano non sempre positivamente. Ma torniamo alla pasta, quel piatto di maccaroni immortalato da Alberto Sordi nel film Un Americano a Roma.

Fino a quando la pasta la esaltiamo in maniera più o meno generica, come consumatori, sia italiani

che stranieri, è un conto; ma quando cominciano ad arrivare riconoscimenti ufficiali dal mondo scientifico, è un altro discorso. Scopriamo allora una cosa che non puo’ che farci immenso piacere. Una ricerca da poco pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale The Lancet Public Health, ha spiegato che mangiare la pasta addirittura allunga la vita.

L’assunzione di un giusto quantitativo di carboidrati su base giornaliera porta a una longevità maggiore. La dose corretta di assunzione di pasta giornaliera dovrebbe aggirarsi intorno agli 80 grammi. Meglio è se mangiamo pasta cotta al dente, possibilmente di grano duro o integrale.

Il fatto che la pasta sia cotta al dente è importante, perché in questa maniera tende a mantenere integre le sue proprietà, oltre ad essere più digeribile. Non solo, ma la pasta cotta al dente tende anche a non far aumentare troppo l’indice glicemico e dà un maggiore senso di sazietà, il che non è mai male, specialmente se stiamo facendo delle diete. E i celiaci, come fanno?

Per questi si raccomanda la pasta integrale di riso, di grano saraceno, oppure la Quinoa. D’altro canto lo studio effettuato non poteva non puntare l’indice anche sulle correnti diete alimentari iperproteiche che in buona parte del mondo, specialmente negli Stati Uniti, apportano così tanti danni in termini di obesità e di salute delle persone.

Insomma, ci vogliono meno grassi e più carboidrati e vitamine: la dieta mediterranea. Lo studio pubblicato su The Lancet Public Health non fa che confermare, molto autorevolmente, quello che in fondo già si sapeva.

Con l’aggiunta, non indifferente, del fatto che la vita media di una persona che mangia pasta nelle giuste quantità, può arrivare ad allungarsi di circa 4 anni. Gli studiosi ci hanno inoltre confermato che la pasta rappresenta una potente fonte di energia, a causa dei carboidrati complessi di cui è portatrice. Fa bene al sistema nervoso, per le vitamine del gruppo B di cui è portatrice.

Fa bene al cuore, perché portatrice di bassi livelli glicemici, ed è un buon antitumorale, perché è povera di fibre e di sodio. Meglio di così non si potrebbe. E allora un buon piatto di pasta per tutti stasera!