Reggio Emilia, migranti sfruttati anche nei concerti

Non vogliamo i migranti”, “Rimandateli a casa loro”, “Fa benissimo Salvini a non lasciarli sbarcare”: queste le frasi che si sentono insistentemente negli ultimi mesi, da quando il ministro dell’Interno ha dato inizio alla sua personale crociata contro i migranti.

Eppure la cronaca, giorno dopo giorno, ci racconta di migranti perennemente sfruttati, sottopagati, quando non addirittura ridotti in schiavitù.

Tristemente celebri i numerosi casi di Caporalato, con migliaia di uomini e donne sfruttati nei campi per pochi centesimi, fino alla morte, ma a quanto pare vengono sfruttati persino per l’organizzazione di concerti.

La notizia arriva da Reggio Emilia dove quattro persone sono state arrestate perché utilizzavano, con falsi decreti prefettizi, profughi richiedenti asilo sbarcati dalla Libia, sottopagati e impreparati, per garantire la sicurezza di grandi eventi, fra cui i concerti di grandi artisti internazionali.

Nell’operazione “Security danger” è emerso un meccanismo ben collaudato, “che di fatto ha esposto decine di migliaia di persone a un rischio incommensurabile in termini di sicurezza, in un periodo di elevata sensibilità e attenzione in tema di potenziali attentati terroristici”, hanno spiegato i militari.

I quattro fermati, un 38enne di Modena e un 63enne di Bologna, titolari di due società di sicurezza, e due campani con precedenti penali , sono stati accusati di intermediazione illecita, falsa attestazione a pubblico ufficiale e sfruttamento del lavoro.

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