Il devastante terremoto di magnitudo 7,7 che ha colpito il Myanmar ha acceso l’attenzione degli scienziati per la sua natura anomala. Secondo le stime ufficiali, l’evento ha causato circa 3.000 vittime e distrutto decine di edifici, aggravando ulteriormente la già critica situazione del Paese, coinvolto in una guerra civile. Ma cosa ha reso questo terremoto così distruttivo? Una possibile spiegazione arriva dalla geofisica: si parla di rottura supershear, un fenomeno raro e ad alta energia che potrebbe aver amplificato l’impatto del sisma.

Cos’è la rottura supershear e perché è importante
Un team di sismologi tedeschi ha utilizzato sofisticati rilevatori di onde sismiche per analizzare il comportamento della faglia che ha generato il sisma. I dati preliminari suggeriscono che il terremoto potrebbe essere stato alimentato da una propagazione di energia a velocità superiore a quella delle onde sismiche secondarie (onde S), un fenomeno noto come supershear.
Per comprendere l’eccezionalità dell’evento, basti pensare a un aereo che supera la velocità del suono, generando un’onda d’urto: in geologia, la rottura supershear è l’equivalente sismico di questo effetto. Quando l’energia lungo una faglia si propaga più velocemente delle onde S — che in media viaggiano a 3-4,5 km/s — il sisma acquisisce una forza esplosiva maggiore. Nel caso del Myanmar, la velocità stimata ha raggiunto i 5 km/s, un valore insolitamente alto.
La faglia di Sagaing sotto i riflettori
Gli esperti ritengono che il sisma abbia avuto origine lungo la faglia di Sagaing, una delle più estese del sud-est asiatico con una lunghezza di oltre 1.200 chilometri. Le analisi indicano che almeno 400 km di questa faglia potrebbero essersi attivati durante il terremoto. La straordinaria lunghezza e linearità della rottura sono fattori chiave che potrebbero aver reso possibile il fenomeno supershear.
Secondo il sismologo Frederik Tillmann, il supershear potrebbe spiegare i danni estesi anche a Bangkok, distante più di 1.000 km dall’epicentro. La propagazione rapida delle onde ha generato un’energia d’urto che ha amplificato l’intensità delle vibrazioni anche a grande distanza.
Implicazioni scientifiche e prevenzione
Questo evento non solo solleva interrogativi sulla vulnerabilità sismica della regione, ma evidenzia anche l’importanza di aggiornare i modelli geologici e le politiche di prevenzione. La difficoltà nel prevedere una rottura supershear complica l’efficacia dei sistemi di allerta precoce, basati sull’arrivo delle onde P e S.
Il fenomeno è raro, ma non unico. È già stato osservato in altri terremoti importanti, come quello di Izmit (Turchia) nel 1999 e Denali (Alaska) nel 2002, ma la sua conferma nel contesto asiatico potrebbe fornire nuove chiavi di lettura sulle dinamiche tettoniche regionali.
Conclusioni
Il terremoto in Myanmar del 2024 potrebbe essere entrato nella storia non solo per la sua tragicità, ma anche per aver rappresentato uno dei rari esempi di rottura supershear nel sud-est asiatico. I prossimi studi confermeranno se questa teoria è fondata, ma nel frattempo il mondo scientifico si trova di fronte a una nuova sfida: comprendere e anticipare eventi sismici sempre più complessi e devastanti.